Lisa Pigato, diciottenne tra un mese, è stata la protagonista azzurra della settimana per aver esordito in Wta, all’Emilia-Romagna Open di Parma, contro la leggenda del tennis Serena Williams. La classe 2003 bergamasca, al cospetto della statunitense, ha dimostrato di essere uno dei migliori prospetti tra le giovani ragazze nostrane. A breve la vedremo all’opera al Roland Garros Juniores, competizione in cui ha già trionfato in doppio lo scorso ottobre.
Lisa ci ha concesso una bella chiacchierata in esclusiva, e dobbiamo dire che l’abbiamo trovata sicuramente un po’ stanca per gli allenamenti, ma anche carica come una molla, con le idee molto chiare ed ancora radiosa per aver giocato contro la 23 volte campionessa Slam. Di seguito l’intervista.
“Tutto bene! Un po’ stanca, ma è tutto ok”.
“Sinceramente ancora non lo so, anche per le restrizioni vigenti. Poi, spesso sono in giro per i tornei e non ho ancora avuto modo di pensarci. In ogni caso, non sono una che ama i grandi festeggiamenti”.
“Sì, dai! In primis trascorrerò il mio compleanno con la famiglia e con gli amici. Una volta tanto fuori dall’ambiente tennistico. Però, sicuramente il più bel regalo sarebbe ottenere un bel risultato”.
“A me piacciono molto la musica latina e il reggaeton. Poi ascolto anche musica di tendenza, come il pop, le canzoni italiane. Soprattutto ‘Ultimo’”.
“Amo andare in centro a fare shopping, gli aperitivi e le cene con gli amici. Ho una vita molto semplice. Mi alleno tutta la settimana e poi il weekend esco. Mi diverto, mi svago e libero la mente. Faccio tutto quello che fanno le ragazze normalissime”.
“Ero tanto agitata quando ho saputo che avrei giocato contro di lei. È stata una grandissima emozione, ci ho messo un po’ a realizzare bene. Sono cresciuta vedendo i suoi match in tv. Sapevo di dover affrontare un’avversaria molto difficile perché ha una potenza incredibile. Ti fa giocare poco: serve molto bene, risponde molto bene. Qualsiasi palla colpisca ti arriva sempre forte. Ero anche abbastanza tesa. Io, comunque, sono partita con l’idea di giocarmela e di cercare di fare un buon incontro. Quindi, sono entrata in campo con l’obiettivo di giocare per vincere, pensando punto per punto. Poi, ovviamente sappiamo che la Williams è fortissima, di Serena ce n’è solo una. È stata una bellissima esperienza”.
“Nel primo set sono partita un po’ sottotono. Mi aspettavo di giocare contro un’avversaria molto brava al servizio, dotata di un ottimo dritto, ma non pensavo di aver così poco tempo per fare le mie giocate, per muovere la palla, per comandare il gioco e per andare a rete. Poi, nel secondo parziale mi sono ripresa, ho iniziato a spingere di più e ad andare anche sopra il mio ritmo di gioco. Qualsiasi palla che mi arrivava cercavo sempre di colpirla forte e di costruirmi il punto, anche accettando il rischio di commettere qualche errorino in più. Inoltre, sono stata molto più attenta in risposta, portandomi più vicina al campo. Con l’aggressività sono riuscita a comandare il gioco”.
“ehm…(ride) Mi viene in mente il mio mood di inizio settimana, che era dei peggiori. Questo perché non ero riuscita ad entrare in gara nel singolo. All’epoca non avevo tanti punti Itf junior a causa delle poche partite disputate per una frattura al polso. Era tempo che non partecipavo a un torneo juniores e avrei voluto giocarlo. Quindi la rabbia. Volevo tornare a casa, non ero intenzionata a firmare per entrare in doppio. Poi mi sono detta ‘ormai sei qui e questo è il tuo lavoro’. Mi sono iscritta insieme ad Eleonora Alvisi e da lì partita per partita ho iniziato a crederci sempre di più. Alla fine mi è rimasto un ricordo incredibile. Però ti ripeto, a inizio settimana, ero molto dispiaciuta e, soprattutto, la situazione mi rompeva molto”.
“Un punto di forza sicuramente è la mia visione di gioco: riesco a costruirmi il campo molto bene e riesco a leggere in anticipo come si muove l’avversaria e dove mi tira la palla. Poi, gioco molto dentro al campo, quindi presso abbastanza. Per quanto riguarda il lato debole, ritengo che ho tantissimo da migliorare: dal fisico al dritto fino ad arrivare al servizio”.
“Serena Williams”.
“Eh, bella domanda. Non lo so, me lo chiedono in tanti ma non riesco mai a rispondere”.
“Vado tanto d’accordo con Matilde Paoletti, che è anche mia coetanea”.
“Conosco molto bene Lorenzo, anche se è da tanto tempo che non lo vedo. È un ragazzo molto sorridente, solare, con tanta grinta. Ricordo che ha sempre dimostrato una grande passione per il tennis, gioca ogni sfida per vincerla. Crede nelle sue potenzialità al 100%, è consapevole del suo livello e lo sta dimostrando benissimo. Per quanto riguarda Sinner, credo che Jannik abbia un gioco incredibile, bellissimo da vedere. Si costruisce benissimo il punto, ha dei colpi davvero sciolti che tira molto forte. È un ragazzo inquadrato. L’ho conosciuto che eravamo piccoli, ma ora non so tanto altro di lui”.
“Purtroppo il tennis va un po’ a generazioni. Dopo che hanno smesso Pennetta, Schiavone e Vinci ora c’è effettivamente bisogno che emerga qualcuna delle giovani leve. Io spero che il livello femminile italiano si alzi tanto affinché l’una trascini l’altra verso il successo. In ogni caso, non è facile ripetere quello che stanno facendo i ragazzi. Credo che il loro sia un momento d’oro, sono in tantissimi ad avere un’ottima classifica, a giocare veramente bene. Noi femmine, ovviamente, proveremo a venir fuori, seguendo il nostro percorso e migliorando sempre. Quando arriverà, arriverà. Non mi metto fretta”.
“La Cocciaretto, che è già a ridosso della top-100 WTA. Lei è del 2001, penso che abbia fatto un bellissimo percorso”.
“La settimana prossima mi alleno, mi preparo e poi volo a giocare il Roland Garros. Tra una decina di giorni dovrei partire per la Francia. Poi, mi sono iscritta a qualche torneo tipo 25000-60000 vedremo dove riuscirò ad entrare”.
“Non mi pongo obiettivi di classifica, perché penso che sia un po’ limitativo. Sicuramente spero di migliorare giorno dopo giorno e di giocare tornei di livello sempre più alto. Ovviamente per giocarli serve un buon ranking, quindi mi auguro di ottenerlo presto per poter accedere a competizioni prestigiose”.
“Dai, va bene”.
“Oddio (ride)… Sì, speriamo!”.
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