Nasce a Canberra da papà greco-albanese e mamma principessa malesiana del sultanato del Selagor. Fino ai 14 anni gioca a basket e si appassiona ai Boston Celtics (come si può notare in molti dei suoi allenamenti in canotta verde).
Da lì, però, inizia la sua ascesa nel tennis professionistico. Sciocca il mondo nel 2014 quando, grazie ad una wild card, entra al tabellone principale di Wimbledon e raggiunge i quarti di finale. Nel suo percorso supera agilmente Robert, Gasquet (annullando 9 match point), Vesely e il numero 1 del mondo, Rafael Nadal.
L’anno successivo, al loro primo incontro durante il master1000 di Madrid, sconfigge anche Roger Federer. Nel 2017, nella prima sfida, ha la meglio anche su Novak Djokovic e diventa il primo giocatore, dopo Lleyton Hewitt, a sconfiggere tutti i Big Three al primo tentativo.
Ha vinto, per ora, 6 titoli Atp e raggiunto il best ranking al n. 13 del mondo. La scarsa volontà, alternata a colpi e partite pazzesche, ha influito (e non poco) sulla sua carriera. Attualmente è fermo ai box (praticamente da un anno) ed è l’unico giocatore nella top100 a non avere un allenatore.
Dice di sentirsi meglio e non preoccuparsi per il tennis. Vuole che la situazione torni ad essere normale per infiammare di nuovo il pubblico di tutto. Pubblico che non ha mai voltato le spalle al ribelle Kyrgios. Noi, dal canto nostro, non vediamo l’ora di vederlo di nuovo all’opera. Tanti auguri Nick, genio ribelle del tennis australiano.
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