Ad appena 18 anni fa il suo esordio in Coppa Davis con l’Iran, la sua nazione di origine. La sua carriera sembra, però, subito finire quando, alla fine degli anni Settanta, si dà per tre anni al backgammon visto che nel suo paese vengono chiusi tutti i campi da tennis.
Disperato, si rifugia in Francia e da lì inizia la sua “particolare” ascesa. Nel singolare raggiunge al massimo il secondo turno al Roland Garros e la 192esima posizione mondiale. In doppio va meglio, con la finale all’Open francese e un best ranking al n. 31.
Un unico filo conduttore nella sua carriera: la voglia di stupire ed intrattenere il pubblico in ogni punto. Trova, infatti, le maggiori soddisfazioni nel Champions Tour e nelle Outback Champions Series, le competizioni per le leggende di questo sport.
Calca campi solo sognati durante la carriera da professionista e, con Henri Lecomte e Yannick Noah, dà continuamente spettacolo. I suoi colpi migliori? Lob da sotto le gambe, gioco a rallentatore, servizi da sotto e qualsiasi tipo di colpo che possa lasciare a bocca aperta il pubblico.
Tanti auguri Mansour, il vero intrattenitore del mondo del tennis.
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