“Di me dicono che a vent’anni ancora gioco Futures senza risultati? Che questa gente parli, non mi conosce. Mi manca l’esperienza, ma lasciatemi il tempo: continuerò a stupirvi!”, si sfogava Gianluca Mager nell’ormai lontano 2015.
E in quell’anno, infatti, è nata una grande storia di sport, di tennis e d’amore.
Tre titoli ITF (due nel 2015, uno nel 2017), quattro titoli Challenger (tre nel 2019, uno qualche giorno fa a Marbella). In mezzo, la strepitosa cavalcata a Rio de Janeiro nella scorsa stagione, sconfiggendo in serie Ruud Casper, Joao Domingues, Thiem e Balazs, prima che il sogno si infrangesse in finale (la sua prima e unica in un torneo ATP) al cospetto del cileno Garin.
Ma andiamo a scoprire la sua storia.
Nasce a Sanremo il 1º dicembre 1994, da una famiglia di origini tedesche. Muove i primi passi tennistici presso il circolo della sua città natale, fino al compimento dei dieci anni. Qui inizia a dimostrare di trovarsi a proprio agio con la racchetta in mano, e ben presto partecipa a diversi tornei under-12, confrontandosi con i migliori pari età di Italia. Le soddisfazioni arrivano, nonostante un fisico meno sviluppato rispetto a suoi coetanei. Poi, Gianluca vive un momento particolare, in cui pensa, come quasi tutti i ragazzi, principalmente a divertirsi, mettendo il tennis in secondo piano. Quindi capita l’evento che avrebbe potuto sconvolgergli la carriera: all’età di 16 anni, l’antidoping lo becca dopo una festa in cui aveva fumato della marijuana. Quattro mesi di squalifica, fortunatamente però non spezzeranno il suo legame con il rettangolo di gioco. Ma lo attenueranno. Sì, perché Mager un altro paio di anni li trascorre a giocare tornei di basso livello, senza troppa convinzione, senza mai esplodere.
Nel momento più difficile la svolta: a 19 anni viene notato da Diego Nargiso a Genova. L’ex uomo di Davis lo scuote e risveglia il suo entusiasmo. Gianluca si rende conto che qualcuno crede davvero in lui. Il tennis è diventato il primo pensiero, la sua priorità. D’un tratto gli obiettivi gli sono chiari, così come chiare diventano le regole da seguire.
Mager, come si diceva in apertura, dal 2015 in poi rialza la china, iniziando il percorso che lo porta alle vicende odierne. Attualmente è numero 98 del ranking ATP, ma il suo exploit a Belgrado lascia presagire che ci sarà un altro balzo in classifica.
In questo inizio di stagione, il ventiseienne ha sempre disputato buone prestazioni e si può dire che spesso non sia stato fortunato.
CEMENTO – A Delray Beach, supera Ryan Harrison e Sam Querrey, prima di essere sconfitto da Christan Harrison ai quarti di finale. Ad Adelaide si trova di fronte al primo turno J.Thompson, tennista di casa che lo batte in tre set. Agli Australian Open, gli va decisamente ancora peggio: incontra all’esordio Aslan Karatsev, futuro finalista della competizione, che gli rifila un secco 3-0.
TERRA BATTUTA – A Cordoba, la sorte di nuovo non gli sorride, presentandogli al primo turno Francisco Cerundolo, finalista del torneo successivo a Buenos Aires. L’argentino è in grandissima forma e riesce a spuntarla in tre set. Anche nella manifestazione argentina Mager non riesce a decollare: prima supera Caruso nel derby italiano, poi deve arrendersi allo spagnolo Andujar. Stesso destino a Santiago, dove Coria lo fa fuori al pronti via.
Ma qualcosa sta per girare, le ottime prestazioni al successivo Challenger di Zadar, dove si spinge tuttavia solo ai quarti, sono il presagio che qualcosa di buono sta per avvenire. Infatti, qualche giorno dopo, a Marbella arriva la prima gioia stagionale. Il sanremese sconfigge Sanchez Jover, Elias Ymer, Roberto Marcora e Alessandro Giannessi, guadagnandosi la finale della competizione. Nell’ultimo atto, dopo aver perso il primo parziale, Mager dimostra una grande forza di volontà andando a ribaltare il risultato contro Jaume Munar, quotatissimo astro nascente del tennis spagnolo.
Poi, altre due parentesi: ancora a Marbella (ATP 250) e a Montecarlo (Master 1000). Qui raccoglie due eliminazioni, rispettivamente al primo e al secondo turno.
Infine, Belgrado.
A Belgrado, Gianluca Mager sta compiendo un vero e proprio exploit (quasi stile Rio, per intenderci). Nelle qualificazioni ha eliminato Benjamin Bonzi e Daniel Taro in tre set, accedendo al tabellone principale. Successivamente, ha dominato su Laslo Djere e Popyrin, guadagnandosi l’opportunità di prendersi la rivincita sulla rivelazione dell’anno, il russo Aslan Karatsev, che lo ha battuto qualche tempo fa a Melbourne.
Vincere questo match significherebbe, molto probabilmente, regalarsi la semifinale contro il numero uno del mondo, Novak Djokovic (organizzatore della manifestazione).
“Ogni match meriterebbe di essere pensato allo stesso modo di un pittore davanti a una tela ancora candida” [John Mcenroe]
E noi ci auguriamo che Gianluca Mager possa completare al più presto la sua opera d’arte, riempiendo la tela di un ritratto di sé stesso mentre alza il suo primo, faticato, e a tratti insperato trofeo ATP in carriera.
Decisione di qualche mese fa ancora discutere gli addetti ai lavori: ufficiale il provvedimento da…
La notizia è di pochi minuti fa e riguarda Matteo Berrettini: tutti in lacrime per…
Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz: arriva la rivelazione choc che sta facendo discutere diversi fan.…
Il tennista australiano, fermo nel circuito ormai da mesi, torna a far discutere per le…
Squalifica Jannik Sinner, arriva la decisione che lascia basiti i tifosi del numero 1 del…
Cambia completamente la stagione per la big del campionato: la penalizzazione stravolge tutti i piani,…