Novak Djokovic non è al momento disponibile al passaggio di testimone con Jannik Sinner. C’era grande attesa per il match tra il numero uno e il numero 22 del mondo e in un certo senso non sono state tradite. Ha vinto Nole, che ha dato una vera e propria lezione di tennis ad alto livello a un Jannik che ha fatto vedere tutto le sue potenzialità, ma anche la sua inesperienza a giocare partite di questo livello.
Un vero e proprio paradigma di quella che è la grandezza del serbo. Una lezione non nel senso di una umiliazione (non, per intenderci come fu la famosa “lezione di tennis” inferta da Federer a Berrettini nel 2019 a Wimbledon), ma di capacità di concentrazione, concretezza, ispirazione, classe purissima.
Sinner ci ha provato, ma non c’è stato nulla da fare. Porta a casa un mattone da aggiungere alla parete della sua crescita, e deve essere soddisfatto anche di aver fronteggiato un Djokovic che ha messo in campo la sua versione migliore, segno del grande rispetto che il numero uno del ranking Atp nutre per il 19enne altoatesino.
Un primo set in cui si capisce subito che Sinner farà molta fatica a difendere i propri turni di servizio, ma che comincia con un break quasi immediato del giovane italiano, che lascia ben sperare. Djokovic non è perfetto ma mette in campo tutta la sua esperienza, soprattutto nei turni di risposta.
L’obiettivo del serbo è chiaro: muovere il gioco, evitare scambi troppo prolungati e far scoprire Sinner, attirandolo al rete quando possibile. Lo schema funziona e il numero uno del mondo torna in controllo del match. Il numero 22 del mondo fa vedere sprazzi di tennis stellare, ma nel complesso viene domato bene da Djokovic.
Nole si porta quindi abbastanza agevolmente sul 5-2 e si trova più volte a due punti dal set. Qui arriva qualche errore di troppo e Sinner è molto bravo a rientrare in partita, strappare un turno di servizio all’avversario e portarsi sul 5-4 Djokovic. Ma il serbo è letale, piazza il terzo break della frazione e chiude 6-4.
Non cambia il leit motiv dell’incontro. Sinner prova a restare aggrappato alla partita, ma Djokovic è concreto e ispirato. Anche quando Jannik comanda lo scambio e sembra poter chiudere a suo favore, Nole gli fa sempre giocare uno o due colpi in più, capaci di cambiare l’inerzia. È la storia della carriera (stellare) del serbo, il motivo per cui è in corsa per il titolo di miglior giocatore di tutti i tempi.
Il ragazzo italiano è comunque bravo a restare in partita. Conquista un paio di turni di servizio con relativa facilità, ma cede subito un altro break. Qualche occasione non manca, ma Nole è una macchina e anche quando sembra in difficoltà è bravo a recuperare (complici alcune incertezze di Sinner). Finisce 6-2. Il punteggio è pesante, ma Jannik sa che il suo percorso di crescita passa anche (anzi, soprattutto) da partite così.
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