Gianluigi Quinzi non ha ancora scelto di abbandonare il tennis: smentita la voce che circolava nelle ultime ore di un possibile ritiro del venticinquenne italiano. L’ex campione juniores di Wimbledon (2013) ai microfoni di Ubi Tennis ha ammesso che sta vivendo un periodo di riflessione, ma non è ancora pronto a lasciare lo sport che l’ha accompagnato per molti anni.
Ci ha pensato Quinzi in prima persona a smentire le voci che circolavano sul suo possibile ritiro.
“Non so perché Torresi abbia affermato certe cose, non rilascio un’intervista da più di un anno e non ho mai comunicato a chicchessia l’intenzione di ritirarmi. Certo, sto attraversando un periodo di riflessione, cercando di capire quale strada possa essere la migliore per il mio futuro, ma non ho ancora preso alcuna decisione.
In questo momento non saprei davvero cosa rispondere. Sono fermo da parecchi mesi per il solito infortunio all’alluce che mi tormenta da anni e la pandemia non mi ha aiutato a riprendere con convinzione l’attività. Nel frattempo, ho deciso di tornare a studiare, nell’estate del 2022 dovrei laurearmi in Scienze Motorie, indirizzo Management dello Sport. Una cosa a cui tengo molto, per completarmi, per diventare un uomo migliore, a prescindere dai risultati in campo. In questo periodo sto preparando degli esami, ma continuo comunque ad allenarmi”.
Una costante nella carriera di Quinzi, il cambio (a volte spasmodico) di allenatore.
“Non si può fare di tutta l’erba un fascio, ci sono stati momenti e situazioni diverse. Con alcuni sono stato semplicemente in prova per periodi che di comune accordo avevamo delimitato temporalmente, altri magari chiedevano troppi soldi. Con altri ancora semplicemente non c’era feeling, ma sono stati tanti anche i momenti positivi. Penso soprattutto al periodo passato insieme a Fabio Gorietti, che mi ha aiutato a raggiungere il best ranking e con il quale c’era una grande complicità. Con chi avrei voluto lavorare? A un certo punto volevo provare con Javier Piles, mi piaceva tantissimo, ma lui aveva problemi a seguirmi costantemente in giro per il mondo e non siamo riusciti a condurre in porto l’operazione”.
Nel 2018, Quinzi stava vivendo un ottimo periodo di forma, con diverse vittorie nel circuito Challenger e la top150 nella classifica mondiale (suo miglior posizionamento in carriera).
“Stavo giocando bene, ci credevo, ero fisicamente compatto, sentivo che gli avversari giocavano al limite per provare a battermi. Poi mi sono fatto male al maledetto alluce, quindi mi sono dovuto fermare per qualche mese. Quando sono tornato non ho pensato a ripartire dagli ITF, perché la classifica era buona, ma non ero abbastanza in forma per confrontarmi subito a livello Challenger con così poche ore di tennis nelle gambe e ho cominciato a fare molta fatica.
Adesso mi sto allenando con ragazzi di seconda categoria di cui non ricordo i cognomi, sinceramente. Vengono al circolo per giocare con gli altri ragazzi e ogni tanto si allenano con me. Mi sto guardando attorno, ma come dicevo è un momento di riflessione a ogni livello, in cui sto cercando le risposte a domande che in tutti questi anni non mi sono posto. Penso comunque di aver assorbito qualcosa da ogni allenatore con cui ho lavorato, adesso posso andare avanti da solo per un po’, fintanto che non trovo la persona giusta. Non ho bisogno di qualcuno che mi faccia compagnia tanto per averlo, ma di un professionista a me congeniale”.
Un rapido passaggio sui rimpianti di un futuro (disatteso) da stella del tennis.
“Preferisco guardare avanti, con i se e con i ma non si fa molta strada. Se ho un rimpianto? Sì, da junior vincevo tanto e ho avuto paura di cambiare il mio gioco, di apportare quelle modifiche che mi avrebbero giovato nel lungo periodo. Mi dicevo ‘Se vinco, perché cambiare?’ Poi gli infortuni continui non mi hanno certo aiutato, ma devo dire che delle belle soddisfazioni me le sono comunque tolte: vincere Wimbledon non è da tutti, chissà quanti avrebbero voluto essere nella mia posizione”.
L’ultima domanda riguarda la vittoria a Wimbledon. Quinzi la baratterebbe con una top100 nel 2021?
“Non lo so, non lo so. Nelle situazioni bisogna trovarcisi, proprio non saprei cosa risponderti adesso”.
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