Andrey Rublev sembra davvero pronto al definitivo salto di qualità, quello che trasforma un grande giocatore in un campione, ossia la vittoria in un Major. Ne abbiamo parlato tante volte. Per il livello di pressione, il fatto che si gioca nell’arco di due settimane e sulla distanza dei cinque set, il tasso di competitività, non c’è nulla per un tennista come vincere un torneo del Grande Slam.
Al russo, esploso tra la fine del 2019 e un 2020 da record, manca ormai solo quello. Ma “quello” fa tutta la differenza del mondo. Rublev ha tutto per sfondare: l’età (23 anni) è quella giusta, il curriculum (8 tornei vinti, di cui 5 nel solo 2020) anche.
E soprattutto vederlo giocare fa paura. Dritto, rovescio, servizio: un ferocia tecnica impressionante. Ne hanno fatto le spese all’Atp Cup, nell’ordine, Guido Pella, Yoshihito Nishioka, Jan-Lennard Struff e il nostro Fabio Fognini, letteralmente spazzati via dalla furia agonistica del numero 8 del mondo (con il solo tedesco in grado di rubargli un set).
Mettiamo qui sotto, a beneficio degli scettici, solo alcuni passaggi della partita contro Fognini, giusto per inquadrare il fenomeno, che esordirà agli Australian Open nella notte ta lunedì e martedì contro un altro tedesco, Yannick Hanfmann.
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