Berrettini: “Sogno le Olimpiadi. E vi dico il mio quintetto ideale di tennisti-cestisti…”

Matteo Berrettini ha rilasciato una bella intervista a La Stampa in cui ha confessato: “Sogno le Olimpiadi”. L’azzurro ha anche raccontato la sua stagione appena passata, la passione per l’Nba e gli obiettivi per il prossimo anno.

Il 2020 di Matteo

Berrettini ha voluto cominciare raccontando la stagione appena passata, tra problemi fisici e Coronavirus, non all’altezza delle aspettative.

Vedere gli stadi vuoti è stato allucinante. Flushing Meadows, ma anche il Foro italico. La prima volta che ho preso un aereo dopo il lockdown mi sembrava di essere in un film di zombie. Fra tennisti siamo abituati ad abbracciarci, la mancanza di contatto fisico mi ha fatto senso. Nulla di fondamentale, ma ho capito quanto mi mancava”.

La stagione che verrà

I piani sono già per la prossima stagione, che inizierà come è finita la precedente:

“La preoccupazione c’è sempre, ma la voglia è più forte altrimenti non partirei. Bolle, quarantene, test, è complicato. Prima bisognava stare attenti, ora di più, perché per arrivare in Australia ci sono solo due giorni utili, se li manchi addio Australian Open. Speriamo che a Melbourne ci sia un po’ di pubblico”.

Il predestinato Sinner

La stagione del n. 1 italiano inizierà da Antalya, dove avrebbe fatto coppia in doppio con Jannik Sinner.

Jannik ha la testa sulle spalle, credo sappia gestire la pressione. Spero che lo aiuti, e non lo freni, ma i più forti hanno sempre dovuto farci i conti, non si scappa”.

La novità nel team

A curare gli interessi, sportivi e non, del romano ci sarà Ivan Ljubicic, ex n. 3 del mondo e attuale allenatore di Roger Federer.

È un grande professionista e una ottima persona. Crede in me, per lui posso diventare uno degli italiani più forti di sempre. Ma lo ha detto lui, eh…”.

La vittoria nello slam

Per essere il migliore italiano di sempre, Matteo dovrebbe vincere uno slam nelle prossime stagioni che, con tutta probabilità, non vedrà i Big3 protagonisti indiscussi.

Nello Slam però è dura, bisogna vincere sette partite di fila e saperle preparare bene. Vedremo più equilibrio. Loro hanno ancora qualcosa in più negli slam, ma gli altri si stanno avvicinando. Thiem si è sbloccato, Medvedev mi ha impressionato quando ci siamo allenati insieme a Londra: potrebbe essere lui il prossimo a vincere uno Slam, ma si sono avvicinati in molti”.

Le Atp Finals e le Olimpiadi

L’obiettivo di Berrettini, malcelato, è sicuramente quello di tornare alle Finals. Dopo l’apparizione nel 2019, Matteo vuole inaugurare il torneo a Torino con la propria partecipazione. Oltre a questo, le Olimpiadi sono il vero e proprio sogno nel cassetto, accanto alla vittoria a Wimbledon.

Il fatto che si giochino qui è uno stimolo in più. Quando mi sono qualificato per Londra a inizio stagione mai lo avrei immaginato. Detto questo non ci si deve nascondere dietro un dito, ma continuare a sognare in grande. Senza che diventi un’ossessione. Le Olimpiadi? Beh, sono il mio sogno, fin da bambino quando le guardavo in tv. Le mie gare preferite erano i 100, 200 e 400. Quando c’era Bolt si fermava tutto. Ma seguivo anche la Vezzali, la Pellegrini e gli altri campioni italiani. Voglio assolutamente esserci”.

La passione per il basket

Berrettini ha voluto svelare la sua passione per un altro sport con la palla, il basket, raccontando il motivo per cui ha iniziato a seguirlo.

Sì, una passione di famiglia. I miei nonni hanno giocato in serie B e C, mio padre mi portava da piccolo a vedere la Virtus Roma. Io me la cavo. Il mio giocatore preferito? Sicuramente LeBron James, per lui ho iniziato a seguire la Nba. I Lakers hanno una squadra molto forte, come pure i Clippers che però devono trovare equilibrio. A est la situazione è più traballante, bisogna vedere come si incastreranno i Nets con le altre squadre”.

Il quintetto di colleghi e i paragoni

L’italiano ha voluto poi continuare scegliendo il proprio quintetto di colleghi e facendo i paragoni tra giocatori di basket e di tennis.

Io mi metto come guardia. Lorenzo Sonego sa giocare e anche Gael Monfils. Poi ho visto bene Tommy Paul. Come centro scelgo l’altro americano, Reilly Opelka… Nadal lo paragono a LeBron James, sia come fisicità sia perché sono esplosi entrambi giovanissimi. Federer lo paragonerei a Michael Jordan. Djokovic mi ricorda Kobe Bryant per come resta freddo nelle situazioni difficili”.

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