Lorenzo Musetti si è raccontato nelle colonne della Repubblica: “Dicono che io sia all’antica, ma mi piace”. Il giovane toscano si appresta ad iniziare la propria stagione a Doha, sede (dal 10 al 13 gennaio) delle qualificazioni agli Australian Open. Lorenzo è stato escluso dalla entry list di Antalya proprio per disputare questi incontri.
L’uragano Musetti
La stagione è da incorniciarsi. Musetti si è letteralmente preso il palcoscenico degli Internazionali BNL d’Italia a suon di prestazione superbe. Ha vinto i primi due incontri con avversari da molti considerati fuori la sua portata, Wawrinka e Nishikori. Da lì un grande momento di forme con diverse vittorie ai Challenger e decine di posizioni scalate in classifica.
Nell’intervista rilasciata Lorenzo è voluto partire dai suoi inizi di carriera, tutt’altro che semplici:
“Sapevo sarebbero arrivati prima o poi. Il lavoro paga sempre. Ho avuto la forza di rialzarmi anche quando nessuno mi considerava. So come va il mondo e nessuno vuole affiancarsi ai perdenti. Per questo bisogna affidarsi alle persone che ti vogliono bene”.
“Mi dicono che io sia all’antica, ma mi piace”
Fondamentale nel suo percorso di crescita il rapporto con il proprio allenatore.
“Simone Tartarini mi sprona continuamente. Quando siamo per tornei andiamo a vedere le città, siamo in giro per distrarci.
Mi dicono che io sia all’antica, con il rovescio a una mano, le smorzate. Ma mi piace, è il mio modo di giocare e non lo cambierei mai, anche se poi l’estro mi sfugge e faccio confusione”.
L’importanza della forza mentale
Un’ultima domanda riguarda l’importanza del fattore mentale nel tennis.
“Soffrivo la pressione, quasi mi si bloccava il diaframma e in campo non riuscivo ad esprimermi: non ero abituato a stress e aspettative. Poi mi hanno fatto conoscere Fabio Bruchini che mi ha dato delle lezioni. Mi si è aperto un mondo e così sono riuscito a meccanizzare in partita un tipo di respiro”.
(Credit Photo copertina: Roberto Dell’Olivo)
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