Il gioco del padel è nato quasi per caso. E’ stato ideato dal messicano Enrique Corcuera che nel 1969, voleva costruire un campo di paddle – gioco americano nato nel 1898 – nel giardino della sua casa di Las Brisas. Nello spazio che aveva a disposizione, però, era presente un muro di tre metri in corrispondenza di una delle due zone di fondo campo.
Questo non lo demoralizzò e scelse di procedere comunque con i lavori: costruì un altro muro di tre metri dalla parte opposta del campo e due barriere più basse ai lati. E così l’ostacolo diventò una possibilità.
Introdusse una nuova regola rispetto al paddle: i rimbalzi della pallina sulle pareti dovevano considerarsi validi. Il padel (o paddle-Corcuera), quindi, altro non è che una versione alternativa del paddle.
Il gioco del padel importato in Spagna
La diffusione fu quasi immediata nel mondo latino. La moglie di Corcuera scrisse le regole del nuovo gioco, regole che ancora oggi sono il cuore del padel. Poi nel 1974 il messicano ricevette la visita dell’amico di famiglia Alfonso de Hohenlohe. Questo padel gli piacque talmente tanto che decise di clonarlo e importarlo in Spagna. I primi campi furono costruiti presso il Marbella Club.
Dalla Spagna all’Argentina
Nel 1975 è la volta del miliardario Julio Menditequi che vide giocare questo nuovo gioco a Malaga. Contagiato dalla passione per il padel da Alfonso de Hohenlohe, importò a sua volta il padel in Argentina, paese che sarebbe ben presto diventato uno dei più importanti nella scena internazionale della disciplina, con cinque milioni di giocatori e cinquanta mila campi.
La differenza di diffusione tra Spagna e Argentina è data dal fatto che agli albori nel paese iberico il padel era un gioco praticato solo dalla borghesia, mentre nel paese sudamericano fin da subito fu un gioco per tutti.
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