Simone Tartarini non è solo un coach per Lorenzo Musetti. E’ un amico, un fratello maggiore, un secondo padre, un maestro di tennis e di vita. In una bella intervista rilasciata a Ubitennis, Simone ha raccontato quale sia il rapporto tra loro e si è capito perfettamente che va molto al di là degli aspetti esclusivamente legati al tennis. E non potrebbe essere altrimenti, visto che stanno insieme da quando Lorenzo aveva otto anni.
Tra le altre cose, il coach ha raccontato di quando, recentemente, ha fatto una dura strigliata al Challenger di Parma. Premessa: i due non lavoravano insieme da settimane. Tartarini ha dovuto affrontare il Covid e una brutta ricaduta che gli ha provocato una polmonite. Musetti veniva dall’infortunio patito in Sardegna (“che fu più grave di quando pensassimo, forzare il ritorno è stato un errore che non commetteremo più”, ha spiegato Simone).
Torniamo al “cazziatone”. “La cosa buona – racconta il coach – è che lui è allenato a questo e sa pure che le mie ‘sgridate’ non sono legate al risultato ma all’atteggiamento. Infatti tutto il miglioramento di questi ultimi mesi non è stato tanto tecnico ma mentale, relativo all’atteggiamento e al controllo emotivo. A Parma mi sono arrabbiato perché erano 12 giorni che non lo allenavo e lui al telefono mi diceva sempre che andava tutto bene.
“Simone tranquillo, colpisco bene, tutto ok”. Vero niente, supera il primo turno (contro Ornago) giocando veramente male e il giorno dopo quando arrivo a Parma (la prima uscita dopo la quarantena) mi accorgo subito durante l’allenamento che non ha nessuna intensità, sembrava uno zombie. Così contro Marcora, visto che non si inventa niente, alla prima difficoltà è sparito dal campo. Si lamentava, ciondolava, scrollava la testa, tutte cose che sa benissimo che mi mandano in bestia. Quindi era consapevole di meritarsi il cazziatone”.
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