Feliciano López, il secondo giocatore più anziano nella top100, ha fatto la sua previsione su Jannik Sinner: “Sarà uno dei più grandi”. Il tennista iberico è poi andato ad analizzare l’ultima Coppa Davis con il nuovo format e le conseguenze della pandemia.
L’intervista
Feliciano è uno dei giocatori più longevi in attività, lo confermano i numeri: quella del 2021 sarà la sua 20esima stagione da professionista. Lo rende unico il fatto di essere il solo giocatore in attività a ricoprire il ruolo da direttore di un torneo (il Mutua Madrid Open). Intervistato dal Corriere della Sera ha voluto parlare della pandemia dagli occhi del giocatore e del direttore, per poi passare al futuro del tennis e della Coppa Davis.
La pandemia
Grazie alla sua doppia posizione, lo spagnolo ha avuto modo di vivere la pandemia da diversi punti di vista:
“Per me si tratta di vedere la situazione, accettare la realtà. Gran parte dei tornei è stata cancellata quest’anno. È stato triste dover annunciare la cancellazione del Mutua Madrid Open. Ma non avevamo altre opzioni. Quest’anno è molto complicato per tutti, come persone. Da direttore di torneo, ho avuto la possibilità di vedere le conseguenze dal punto di vista economico della pandemia. Sono consapevole comunque che i tornei hanno bisogno degli aiuti degli sponsor; dei governi, che però stanno spendendo per aiutare chi è più in difficoltà. Il quadro per me era chiaro”.
“Sarà uno dei più grandi”
Era impossibile non chiedergli un’opinione su Sinner e sulle nuove leve del circuito.
“L’ho visto qualche volta, penso che sia un grande giocatore con un enorme potenziale. È davvero forte per un ragazzo della sua età. Credo che sarà uno dei più grandi della prossima generazione. Conosco anche lo spagnolo Carlos Alcaraz, che si allena nell’accademia di Juan Carlos Ferrero. Penso che giocheranno molto presto in Davis anche loro”.
Le emozioni della Davis
L’ultima battuta è dedicata alla Coppa Davis, la competizione a squadre più famosa del tennis. Feliciano racconta l’ultimo successo vissuto da protagonista e il suo giudizio sul nuovo format.
“La Davis è stata speciale per me e per tutti noi. Sono stato molto onorato intanto di essere in squadra, perché avevo 38 anni, esserci era uno degli obiettivi all’inizio del 2019. Mi sento molto fortunato. Poi naturalmente vincere il titolo a Madrid, la mia città, su un campo che conosco molto bene per tante ragioni, è stato splendido. Durante la settimana abbiamo anche vissuto una situazione triste, dura da accettare, la morte del padre di Roberto Bautista Agut. È stato incredibile come sia tornato dopo il funerale e abbia giocato così in finale.
Credo molto in questo nuovo format. Quando hanno fatto l’annuncio ho pensato che fosse una cosa buona per il tennis. Credo che i tre set siano quello che serviva in Davis. Naturalmente, ci sono cose che si possono migliorare e sono sicuro che ci stanno lavorando. Credo comunque sia stato un gran successo. Spero rimanga ancora per molti anni”.
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