Kei Nishikori, dopo aver giocato solamente quattro tornei nel 2020 per il suo infortunio alla spalla, ha detto la sua su Del Potro: “Il suo dritto è il mio preferito”. Nella lunga intervista rilasciata a Seiadoumogera, il giapponese ha parlato di tutto, dallo slam che manca nella sua bacheca agli allenatori, passando per il rinvio degli Australian Open.
L’incubo slam
Il prossimo 29 dicembre Kei Nishikori compirà 31 anni e, a dirla tutta, gli anni migliori sembrano ormai essere passati. Il nipponico ha conquistato solo una finale slam in carriera, nel 2014, nel quale si è dovuto arrendere ad un Marin Cilic incredibile. Chissà se quella a New York non sia stata la sua unica occasione di vittoria slam:
“Sì, non ho ancora vinto un titolo Major. Questo mi mette pressione, anche il mio allenatore me lo dice sempre, però … Se provi le cose di fronte a te con tutta la tua forza, fai esercizio ed allenamento, io credo che la vittoria sarà il suo risultato. Spero che la sconfitta con Marin non mi lasci l’amaro in bocca e che non sia stata l’ultima occasione per conquistare uno slam”.
La posticipazione del primo slam dell’anno
Nishikori non si è detto scontento della posticipazione degli Australian Open, anzi, potrà avere più tempo per recuperare dall’infortunio alla spalla.
“Sono ancora in riabilitazione e mi è stato detto di non servire troppo forte. Sono del tutto convinto che la mia spalla sarà in grado di battere alla massima velocità entro la fine dell’anno, perciò non mi preoccupo di quando inizierà l’Open d’Australia, anche se per me sarebbe meglio a febbraio”.
“Il suo dritto è il mio preferito”
Kei ha poi continuato parlando di un altro grandissimo giocatore, falcidiato come lui dagli infortuni in tutta la carriera, Juan Martín Del Potro.
“Il suo dritto è il mio preferito, è potente. Quando gli permetto di colpire col dritto mi spavento, è in grado di intimidire gli avversari con quel colpo”.
Il rapporto con i suoi allenatori
Il finale dell’intervista è dedicato al rapporto che negli anni Nishikori ha avuto con i propri allenatori, svelandone alcune caratteristiche ai più sconosciute.
“Max Mirny è una persona molto stabile ed equilibrata. Non mi rimprovera, aiuta e mi guida, mentre invece Michael Chang ha una personalità travolgente. Spesso mi rimprovera dopo le partite e mi dice: ‘perché non hai fatto questo?’, un po’ come se fosse una scazzottata”.