Ci perdoneranno i nostri affezionati lettori se per una volta ci prendiamo una licenza poetica e ci discostiamo dal nostro amato tennis per parlare di un altro sport. O meglio, per parlare dell’essenza dello sport. E mai come in questo caso il termine licenza poetica ci sembra appropriato, perché di reale “poesia” si tratta.
Succede, infatti, che a pochi giorni dalla scomparsa di Diego Armando Maradona il calendario del Rugby Championship metta di fronte i Pumas argentini e gli All Blacks neozelandesi. Una settimana dopo la clamorosa vittoria dei sudamericani contro gli oceanici.
E succede che a qualche secondo dall’Haka (versione Kapa o Pango), l’iconica danza del popolo maori, gli All Blacks depongano al centro del campo una maglia neozelandese con stampato il numero 10 e il nome di Diego Armando Maradona.
In un solo gesto capiamo perché gli All Blacks siano una delle più mitiche squadre esistenti al mondo, perché il mito di Maradona sia e rimanga immortale anche dall’altra parte del mondo e da ciò che solo apparentemente è più distante, e perché lo sport, a qualsiasi livello, sia una magia capace di regalare bellezza ad ogni latitudine. Chapeau.
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