Era nell’aria da giorni, è esplosa ieri con la lettera inviata da un lettore del Corriere della Sera ad Aldo Cazzullo (giornalista che cura la rubrica in questione). Si parla di Jannik Sinner, non tanto per le sue imprese sportive, ma per il fatto di avere spostato la sua residenza a Montecarlo.
Come vi potete immaginare, la reazione è il classico reprimenda decisamente moralistico e anche un po’ qualunquistico (non ce ne voglia Cazzullo, un bravo giornalista, uno di quelli con la più alta opinione di sé). E parte da un presupposto inventato. Riportiamo alcuni stralci della risposta.
Mi sono detto: non è possibile che ogni tennista italiano emergente vada a Montecarlo per non pagare le tasse. L’hanno fatto prima Berrettini, poi Musetti; davvero l’ha fatto pure Sinner? Così ho digitato su Google le parole «Sinner» e «Montecarlo». La prima occorrenza è il titolo di un sito specializzato in tennis: «È da dementi fare polemica sul fatto che uno decida di risiedere a Montecarlo».
Sì, Aldo, è tutto vero. E come loro hanno fatto Novak Djokovic, Alexander Zverev, Grigor Dimitrov, David Goffin, Caroline Wozniacki, Karolina Pliskova, Petra Kvitova, Svetlana Kuznetsova, Marin Cilic, Tomas Berdych, Milos Raonic. Solo per citare alcuni esempi recenti. Prima di loro, l’ha fatto anche Bjorn Borg.
L’unica cosa non vera è quel tuo riferimento al titolo di “un sito specializzato in tennis”. Non esiste quel titolo, esiste solo il commento di un utente, sotto ad un articolo in cui si parla dell’argomento. Un po’ di rispetto per i colleghi non sarebbe male.
Trovo amaro che, nel momento in cui ci sono compatrioti che muoiono nel bagno di un ospedale, altri italiani si chiamino fuori dalla comunità, dicendoci in sostanza: arrangiatevi, io sto nel Principato di Monaco
Dicevamo, appunto, moralismo e qualunquismo. Cazzullo parla di Sinner come di uno “scaltro elusore fiscale”.
il governo Pd-5 Stelle non ha nulla da obiettare? I francesi a Montecarlo non ci possono andare; perché gli italiani sì? Cosa intende fare il nostro governo per garantire la fedeltà fiscale?
E’ vero, i francesi a Montecarlo non ci possono andare. E infatti Jo-Wilfried Tsonga, Richard Gasquet, Gilles Simon e Pierre-Hugues Herbert hanno spostato la loro residenza in Svizzera. E, fidatevi, la passione per il cioccolato non c’entra.
Nell’attesa, non tiferò più per Sinner, e continuerò a tifare Nadal, che è uno dei primi contribuenti del Regno di Spagna; e lascerà nella storia dello sport un’impronta incomparabilmente più profonda di Sinner, Musetti e Berrettini messi assieme
Dimenticandosi di citare tutti gli altri, Cazzullo conclude con l’elogio di Rafael Nadal, uno dei pochi ad aver mantenuto la residenza nel suo Paese d’origini. Ti piace vincere facile, vero Aldo?
Ovviamente su Rafa – davanti al quale bisogna togliersi tutti tanto di cappello – nulla da dire. Ma perché massacrare così, gratuitamente, senza un motivo che lo differenzi davvero dal 99% dei tennisti mondiali, una delle più grandi speranze del tennis e dello sport italiano?
E poi, che cosa diavolo c’entra quella conclusione? Jannik Sinner forse la storia non la farà, ma se così fossi non avrà a che fare la sua residenza. Anche perché di gente che ha spostato la residenza all’estero ce n’è tanta e qualcuno, pensa un po’, ha fatto anche la storia dello sport. Alcuni nomi: Lewis Hamilton, Michael Schumacher, Nicola Pietrangeli, Alberto Tomba, Valentino Rossi, Paolo Bettini. E potremmo continuare.
Quello che vogliamo dire, in conclusione, è che sì, sappiamo bene il motivo per cui innumerevoli sportivi di successo nel mondo abbiano deciso di spostare la loro residenza in Paesi con condizioni fiscali molto vantaggiose. Non siamo nati ieri. E – chiariamoci – nonostante l’imposizione fiscale in Italia non agevoli a restare, giudichiamo sbagliato l’esodo.
Ma quello che riteniamo insopportabile è che si decida di utilizzare le colonne del Corriere della Sera, con tutta la visibilità che ha, per sparare a zero contro un ragazzo che sta facendo, né più né meno, quello che hanno fatto e continueranno a fare la stragrande maggioranza dei suoi colleghi di successo. Umiliandolo anche dal punto di vista sportivo, senza conoscere la sua storia.
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