La vittoria contro Adrian Mannarino gli ha consegnato la prima finale Atp in carriera, a 19 anni e tre mesi. Ma sia da ciò che fa vedere in campo, sia da ciò che dice in conferenza stampa Jannik Sinner dimostra molto di più di quella che è effettivamente la sua età.
“Arrivare in finale – spiega il nativo di San Candido – è una bella sensazione, ne sentivo la mancanza. Anche se erano a livello Futures, Challenger o magari Next Gen, una finale è sempre qualcosa di speciale. È un bene giocare la mia prima finale già quest’anno, nell’ultimo torneo, cercando di terminare nel miglior modo possibile. Per questo non vedo l’ora di giocare domani (oggi, ndr)”.
Dall’altra parte della rete troverà l’esperto canadese Vasek Pospisil, l’attesa è enorme, come dimostra il fatto che la Rai abbia deciso di trasmettere la finale (Rai2, ore 14, oltre che SuperTennis, ovviamente). E anche la pressione sarà alta. “Sono io il primo a mettermi pressione perché voglio arrivare”.
“Sono venuto qua – continua Sinner – con l’idea di poter andare lontano. È stata importante la vittoria al primo turno contro Marton Fucsovics, perché ci avevo già perso e non è stato molto semplice. Quando sono arrivato, non avevo buone sensazioni, ma in partita ho giocato bene e quindi la fiducia in tutto è salita”.
Al di là di come andrà la finale, è già tempo di bilanci. E il suo non può che essere positivo: “La cosa più importante è che mi sento cresciuto in tutto: fisicamente, mentalmente, come colpi. Qualche volta non riesci a farlo vedere in partita, però dentro di te lo sai. È la personalità che metti in campo, la fiducia che hai dentro. Per un giocatore è fondamentale. Poi ci sono giornate in cui ci riesci bene e delle giornate in cui magari fai fatica”.
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