Sei avanti due set a zero, nella prima finale Slam della tua carriera, a New York. Dall’altra parte del campo il tuo amico Dominic Thiem, anche lui alla ricerca del primo, agognato, trionfo in carriera. Stai toccando il tuo sogno con un dito.
D’un tratto, cambia tutto. Prima avanti 6-2, 6-4. Poi l’incredibile rimonta dell’austriaco: 6-4, 6-3. Si va al quinto e sul 5-3 il tedesco si ritrova a servire per il match e per il torneo. Ma non c’è niente da fare, Thiem la ribalta ancora e chiude al tie-break 8-6.
E’ passato più di un mese, ma il ricordo di quella partita continua a tormentare Sascha Zverev, che a Parigi è stato eliminato agli ottavi di finale dal nostro Jannik Sinner. “Pensi mai a quel match?”, chiede un giornalista a Zverev durante un’intervista: “Tutti i giorni, dalla 20 alle 25 volte, anche durante la notte, anche durante i miei sogni”.
Sascha è tornato anche sulla polemica legata alle sue dichiarazioni del post-match contro Sinner, in cui ha rivelato di aver giocato con la febbre. “E’ stato un normale raffreddore – ha detto – può succedere anche durante una pandemia“. Su questa vicenda stendiamo un velo pietoso, ci siamo già espressi.
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