Paolo Bertolucci dalle colonne della Gazzetta dello Sport spiega come Nadal sia riuscito a raggiungere Federer.
“Roger e Rafa fin dalla prima partita del 2004 si era capito che avrebbero segnato un’epoca”.
Di nuovo insieme dopo 17 lunghi anni
Con la vittoria di ieri, come tutti ormai sanno, Rafael Nadal ha vinto per la tredicesima volta il Roland Garros, suo ventesimo slam, raggiungendo il suo eterno amico/rivale Roger Federer. Erano precisamente 17 anni che i due non si ritrovavano appaiati alla stessa quota di slam conquistati.
“Lo chiamavano, in senso dispregiativo, terraiolo e lui per prendersi gioco dei detrattori ha impreziosito la bacheca con i successi di Melbourne, New York e Londra, dimostrandosi campione inarrivabile su tutte le superfici. Il più umile dei tre tenori, amato dai tifosi più disparati, si accomoda così, dopo il successo parigino, sulla poltrona dei più titolati di sempre insieme all’amico Roger Federer. I libri di storia raccontano che solo una volta lo spagnolo e lo svizzero sono stati alla pari nel numero di Slam: prima di Wimbledon 2003, quando erano zero a zero”.
Due giocatori così diversi tra loro, ma così rispettosi l’uno del gioco dell’altro, non si sono mai visti. Nadal la nemesi stilistica di Federer, il più tecnico ed elegante dei due agli occhi di tutti:
“Roger colpiva la palla con eleganza, giocava e vinceva senza sforzo apparente trascinato da un pubblico estasiato, ammirato dall’incarnazione in un solo uomo del tennis romantico e raffinato dei gesti bianchi. Rafa invece ha dovuto costruire il suo tennis attraverso la fatica e il sudore. Sapeva di non poter competere battendo certe strade e allora ne ha disegnate e frequentate altre fino a trovare la chiave giusta per competere, rimanere in scia e raggiungere il campione svizzero”.
La partita della svolta
Bertolucci riconduce il successo di Nadal (oltre che all’enorme talento del giocatore, sia chiaro) alla sua forza mentale, riassunta perfettamente nella sfida a Miami del 2004.
“C’è un episodio che racconta tutta la carriera di Rafa e dimostra perché sia arrivato fin qui attraversando anche fasi delicatissime. Miami 2004, il primo confronto diretto tra i due. Lo spagnolo non ha ancora 18 anni, mentre l’altro è già Federer. Di solito, gli avversari più giovani gli chiedono l’autografo e invece quello sfacciato ragazzino delle Baleari non abbasserà lo sguardo fin dagli spogliatoi. E lo batterà in due set”.