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Djokovic si schiera: “Nessun motivo per avere ancora i giudici di linea”

Novak Djokovic è un fiume in piena. Ormai il serbo non si tiene più “un pelo sulla lingua” e ogni occasione è buona per prendere una posizione netta su varie questioni legate al tennis, giocato e non.

Questa volta l’obiettivo del suo attacco sono i giudici di linea, con uno dei quali ha avuto quel problemino a New York che tutti ricordiamo. E infatti, per lanciare il suo messaggio forte e chiaro, il numero uno del mondo usa l’ironia: “Se ci fosse stata la tecnologia al posto dei giudici di linea, non sarebbe successo niente”.

Parole che chiariscono la posizione di Nole sul discusso utilizzo della tecnologia “a tempo pieno”, in sostituzione delle persone che in ogni campo controllano se la pallina ha oltrepassato o meno la linea del campo. C’è chi crede che ormai per i giudici di linea il tempo sia finito e chi, invece, crede ancora ad una dimensione più umana, non tanto e non solo dell’arbitraggio, ma del tennis e dello sport in senso lato.

Djokovic si schiera decisamente con la prima fazione: “Con tutto il rispetto per la tradizione e la cultura che abbiamo in questo sport quando si tratta di persone presenti in campo durante una partita, compresi gli arbitri di linea, non vedo davvero un motivo per cui ogni singolo torneo in questo mondo, in questa era tecnologica avanzata, non possa avere quello che abbiamo avuto a New York“.

Nella Grande Mela, infatti, soprattutto per ridurre il numero delle persone presenti sul campo per ragioni di sicurezza in chiave anti-Covid, i giudici di linea sono rimasti solo su due campi, mentre negli altri la rilevazione p stata elettronica. Un po’ come è successo, in via sperimentale, alle Next Gen Finals dello scorso novembre a Milano.

La questione è sicuramente delicata e bisogna dire che l’assenza del cosiddetto “occhio di falco” in quel Parigi non ha fatto altro che rafforzare la posizione di spinge per una transizione tecnologica. Al Roland Garros, infatti, gli scivoloni arbitrali sono stati numerosi e di certo un aiuto da questo punto di vista non avrebbe fatto male.

“La tecnologia è così avanzata in questo momento – aggiunge Djokovic – che non c’è assolutamente alcun motivo di mantenere i giudici di linea in campo. L’unico potrebbe essere la tradizione. Ovviamente capisco che la tecnologia è costosa, ma sento che ci stiamo muovendo verso questo obiettivo“.

Stefano Cagelli

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