Ne ha passate di brutte giornate Marco Cecchinato. Dopo che aveva raggiunto l’olimpo del tennis nel 2018, per il 27enne palermitano il 2019 è stato l’anno orribile. E se due anni fa il Roland Garros sembrava aver consacrato un nuovo campione, nel maggio dello scorso anno, sempre qui era cominciata la discesa verso gli inferi del tennis.
E sempre qui, inaspettatamente è arrivato in questo freddo e umido 27 settembre parigino, un nuovo squillo. Finalmente un successo di prestigio. Un successo che il Ceck aspettava da un anno e mezzo. Da quell’ultimo torneo vinto nel febbraio 2019 a Buenos Aires, che lo consacrò come uno dei grandi del tennis italiano e gli permise di raggiungere la posizione numero 16 nel ranking mondiale.
Da lì in poi solo amarezze, fino all’uscita dalla top-100. Fino a questo pazzo settembre in tempo di pandemia. A Roma i primissimi segnali di ripresa, al Roland Garros il primo turno che sembrava proibitivo contro Alex De Minaur, numero 27 del mondo, che l’aveva battuto tre volte nei quattro precedenti.
E invece il Ceck ha ribaltato il pronostico, tirando fuori una prestazione di gran cuore e gran testa, vincendo un match dall’andamento davvero pazzo. Vittoria di prestigio, in tre set. Una battaglia a colpi di break (ben 12 alla fine di un match in cui il servizio non è stato un fattore, per usare un eufemismo) soprattutto nei primi due set vinti da Marco (7-6, 6-4), che poi ha chiuso con un trionfale 6-0 l’ultima frazione.
Cecchinato è il terzo italiano, insieme a Jannik Sinner e Stefano Travaglia, a raggiungere il secondo turno in questo Roland Garros 2020. Ora per lui il vincitore del derby argentino tra Delbonis e Londero.
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