Due partite in una, al termine delle quali Matteo Berrettini, ultimo italiano in gara, è costretto a dire addio ai sogni di gloria. Ai quarti di finale degli Us Open 2020, quelli che, a loro modo, faranno storia, ci va Andrey Rublev, dopo quattro set in due ore e 45 minuti di gioco.
Due partite in una si diceva. La prima – purtroppo per il 24enne romano – dura solo un set. E’ la “partita” in cui a Matteo riesce tutto bene e a Rublev tutto male. La prima di servizio funziona che è una meraviglia, lo slice di rovescio, tagliente e profondo, manda in tilt in russo, la risposta è efficace: il 6-4 finale sta addirittura stretto a Berrettini e lascia presagire una cavalcata trionfale.
Dal secondo set, però, si capisce subito che la musica è cambiata radicalmente. Quello che doveva essere una crescendo per il numero 8 del mondo diventa un progressivo spegnimento. E insieme al calo di Matteo, arriva il salto del qualità del gioco di Rublev, che diventa sempre più cinico, violento e preciso. Nel quarto gioco del secondo set l’italiano subisce il primo break del suo torneo. E’ l’inizio della fine.
Il copione non cambia più. Arriveranno altri tre break per il russo e nessuno per Berrettini, costretto a capitolare con un triplo 6-3 a favore di Rublev, che porta il bilancio tra i due sul 3-2 per il nostro. “Nel tennis maschile – dirà Matteo a fine gara – i colpi fondamentali sono il servizio e la risposta. Quando hanno smesso di funzionare meglio a me che a lui, è cambiata la partita. Non mi sentivo pimpantissimo, anche adesso mi gira un po’ la testa, ma non voglio cercare scuse”.
Rublev batte Berrettini 4-6, 6-3, 6-3, 6-3 – Video highlights
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