Federer e Nadal bocciano la “rivoluzione” di Djokovic, senza appello

Alla fine la tanto attesa risposta da parte di Roger Federer e Rafael Nadal è arrivata. E non deve aver fatto molto piacere a Novak Djokovic e agli altri giocatori – Vasek Pospisil e John Isner in testa – che hanno lanciato l’idea di una “player association”, un’associazioni di giocatori distaccata dall’Atp, che ne curi gli interessi.

In una lettera firmata, oltre che dai due giocatori più rappresentativi degli ultimi vent’anni di tennis, e firmata da Kevin Anderson, Jurgen Melzer, Sam Querrey e dal doppista Bruno Soares, a nome del “player council”, è scritto: “A nome del player council vorremmo mandare un messaggio per dire che non sosteniamo la formazione della nuova associazione de giocatori. Crediamo che sia il momento sbagliato per percorrere una strada che minerebbe la capacità della dirigenza attuale di perseguire i suoi obiettivi”.

Una nuova associazione non può coesistere con l’ATP. Rispettiamo pienamente il diritto all’opinione di ogni giocatore, quindi il nostro obiettivo è informarvi sulla nostra posizione e assicurarci che tutti comprendano appieno le possibili implicazioni di quello a cui i giocatori sono chiamati ad aderire. Ci sono sempre delle conseguenze e non pensiamo che siano state illustrate, o quantomeno noi come Council non le abbiamo lette in alcun documento“.

E se Djokovic attacca abbastanza chiaramente Andrea Gaudenzi, Federer e Nadal lo difendono: “Senza dubbio ci sono cose che devono essere migliorate, ma ricordiamo che questa dirigenza ha cominciato a lavorare quest’anno e a causa della pandemia di COVID-19 ci sono state molte difficoltà impreviste“.

Poi, entrando nel dettaglio, crescono gli interrogativi: “Esiste un business plan dettagliato? Quali sono il best case e il worst-case scenario, dal punto di vista finanziario? Quali diritti ulteriori garantirà ai giocatori questa nuova associazione? Se l’obiettivo è rappresentare i giocatori, perché il Player Council non era stato neanche informato? Cosa succedere al sistema assicurativo e previdenziale dell’ATP? Chi si assumerà la responsabilità di eventuali ricadute negative sulle nostre carriere?“.

“Vogliamo sottolineare – chiudono – che non siamo contrari all’idea di rinnovamento della struttura di governance del tennis, ma è esattamente quello che la nuova gestione dell’ATP sta proponendo da gennaio in accordo con il Player Council. Siamo contrari a questa proposta perché non vediamo quali vantaggi possa portare ai giocatori e mette in pericolo la nostra posizione nel Tour. Se avete domande, non esitate a contattarci. Grazie“.

Se non è una pietra tombale sulla “rivoluzione” di Nole, poco ci manca.

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