Jan-Lennard Struff, il gigante buono

I 196 cm di altezza, una faccia da adolescente (malgrado i 30 anni) ed uno stato di forma incredibile. Ecco Jan-Lennard Struff, il gigante buono. Per molti il forte tedesco è una scoperta, capace nel solo torneo di Cincinnati di eliminare in ordine De Minaur, Shapovalov, Goffin e di raggiungere il primo quarto di finale di un Master 1000 in carriera (affronterà Djokovic).

Ogni volta da underdog dell’incontro. Per chi, invece, è abituato a scovare giovani talenti tra i tornei minori in giro per il mondo, il nativo di Warstein è una bellissima conferma.

Struff inizia la propria carriera professionistica a 19 anni ma, come molti altri atleti con il suo fisico imponente, fatica ad imporsi tra i grandi. Fino al 2013 rimane confinato al circuito challenger, dove perde le prime sette finali della carriera. Il suo gioco stenta a decollare, non riesce ad andare oltre il forte servizio.

Nel 2014 la prima svolta nella carriera. Riesce a raggiungere una semifinale di un torneo Atp a Marsiglia (miglior piazzamento mai raggiunto in un torneo del circuito maggiore, al netto della conquista di cinque challenger) ed entra per la prima volta, a 24 anni, nei primi 100 giocatori al mondo.

Da lì un continuo crescendo.

La prima convocazione in Coppa Davis per difendere i colori della Germania, la vittoria al terzo turno del Roland Garros 2016 contro il n. 3 del mondo Stan Wawrinka e la semifinale in doppio agli Australian Open. Riesce a raggiungere il suo best ranking (la 21^ posizione mondiale) nel 2018, dopo anni di sacrifici sui campi minori.

Da allora si aggira sempre nei primi 40 del mondo e lo ritroviamo spesso ai primi turni degli slam, naturalmente avversario sempre molto ostico, ma perennemente sfavorito. Tutto questo è stato e sarà Jan-Lennard Struff, uno dei migliori guastafeste del tennis attuale.

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