Il ritornello delle ultime settimane è sempre lo stesso: US Open sì, US Open no. Adesso arrivano le prime decisioni dei giocatori. Andiamo a vederle insieme.
I no del circuito femminile
Ashley Barty, l’australiana n. 1 del ranking Wta, sarà la prima n. 1 del mondo a non partecipare al major americano dal 2010 (quella volta fu Serena Williams a dare forfait per un infortunio al piede). Lontananza che potrebbe prolungarsi anche in Europa visto che la tennista ancora non ha confermato la propria presenza ai tornei su terra rossa.
Le parole
Alla domanda diretta, Barty risponde così:
“Non andrò negli USA per giocare il Western and Southern Open e gli US Open quest’anno. Amo entrambi gli eventi quindi per me è stata una decisione difficile, ma ci sono ancora rischi significativi legati al Covid-19 e non mi sento a mio agio nel mettere me stessa e il mio team a rischio. Auguro alla USTA il meglio per il torneo, ci vediamo il prossimo anno
Deciderò se giocare il Roland Garros e gli altri tornei nelle prossime settimane”.
Le altre decisioni
Oltre all’australiana anche altre top player sembrano decise a non partecipare ai tornei statunitensi. Naomi Osaka, Simona Halep e Bianca Andreescu (vincitrice dell’ultima edizione) non giocheranno a Cincinnati.
Il grande sì
In campo maschile, al contrario, le defezioni sembrano essere meno.
Andy Murray sembra il più convinto. Era già dell’idea di giocare il torneo di Washington (cancellato ufficialmente).
Le parole di Sir Andy
Intervistato, ecco l’idea di Andy sulla ripresa dell’attività agonistica:
“Ho bisogno di giocare partite ufficiali, non voglio rischiare, ma giocherò anche Cincinnati. Voglio competere e farlo a New York mi sembra l’opzione migliore. Non ci sono alternative per giocare prima dello Slam.
Giocatori, staff e altri saranno nelle migliori condizioni possibili di lavoro. C’è apprensione, è logico, ma saremo nella bolla e faremo i test. Se la situazione dovesse peggiorare non bisognerebbe forzare la mano: il tour non deve ripartire ad ogni costo”.
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