L’avevamo vista all’opera per la prima volta in un major nel 2018, quando agli Australian Open, da Lucky Loser, sconfiggeva in due set la testa di serie n. 9, Johanna Konta. Conosciuta personalmente durante gli Internazionali BNL d’Italia, ci siamo fatti due chiacchiere con Bernarda Pera, una delle rising star del circuito femminile, attualmente al 60esimo posto della classifica WTA.
L’intervista
Innanzitutto, ci sentiamo in dovere di ringraziare Bernarda, molto disponibile e gentile a rilasciarci questa intervista che spazia dai suoi inizi sui campi da tennis alla questione Adria Tour. Ecco le sue parole.
Sei nata in Croazia, ma gli Stati Uniti sono la tua patria tennistica. Parlaci dei tuoi inizi di carriera.
Sì, sono nata e cresciuta in Croazia. Ho iniziato a giocare a tennis all’età di 5 anni nel piccolo circolo vicino casa mia (Zara, Croazia). Mia sorella più grande già giocava, così ho voluto provare anche io. Mi allenavo due volte a settimana con gli altri bambini. Ho iniziato a fare tornei da quando avevo 9 anni, migliorando sempre di più. Così ho deciso di andare avanti e traferirmi negli States per continuare il mio sogno.
Quindi fin da giovanissima hai avuto una racchetta in mano. Quali sono stati i tuoi tennisti preferiti da bambina? Sei stata ispirata da loro per il tuo gioco?
No, non mi sono mai ispirata a nessuno perché non ho mai avuto tennisti preferiti. Non ho mai idolatrato nessuno.
Sei soddisfatta della tua carriera fino a questo momento? Cosa ti piace o non ti piace del tuo percorso di crescita nel circuito maggiore?
Sono soddisfatta della mia carriera finora. Soprattutto apprezzo molto che la mia è stata una scalata lenta fino ai vertici del tennis mondiale, passo dopo passo. È qualcosa che reputo incredibile. Al contrario, non mi sento di dire che qualcosa non mi sia piaciuto. Forse il periodo in cui sono dovuta andare via di casa ed ho iniziato a vivere e viaggiare da sola, lontano dalla mia famiglia. Questa è stata la cosa più dura e che non mi piaceva all’inizio, ma mi ha reso sicuramente più forte e più indipendente.
Il caso Adria Tour e il ritorno al tennis giocato
Abbiamo continuato l’intervista chiedendo a Bernarda cosa ne pensasse dell’Adria Tour e del ritorno al tennis giocato.
Prima mi parlavi del tuo inizio di carriera, nella città di Zara. Proprio lì è scoppiato il caso delle positività all’Adria Tour. Che cosa pensi di questo torneo e delle conseguenze che ha portato con sé?
Penso che sia stata un’ottima idea giocare il torneo, soprattutto per la causa che portava avanti. Purtroppo, sono stati davvero sfortunati. I danni, in ogni caso, non sono stati grandi come hanno riportato i media di tutto il mondo. Ci sono stati solamente una manciata di contagi, per fortuna asintomatici.
Continuiamo a parlare di tennis giocato. Credi di ricominciare la stagione dagli Stati Uniti o ripartirai direttamente dalla terra rossa europea a settembre?
In questo momento è difficile dirlo. Tanto in Europa quanto negli Stati Uniti sono ancora richiesti 14 giorni di quarantena per le persone che entrano. È ancora molto difficile viaggiare per i tennisti. Sicuramente sarà un problema da affrontare.
Per chiudere un ricordo sulla prima volta che ci siamo incontrati, agli Internazionali BNL d’Italia. Ti piace il torneo? Pensi che tornerai a giocarci a settembre se le condizioni lo permetteranno?
Amo il torneo di Roma. Adoro la città, il cibo, la lingua. Amo tutto ciò che trovo al mio arrivo. Penso che, qualora venga tolta la quarantena obbligatoria per noi giocatori, tornerò sicuramente a settembre agli Internazionali.
Grazie mille Bernarda per la disponibilità, sei stata gentilissima.
Grazie a voi, ci vediamo presto.
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