6 luglio 2003, centrale di Wimbledon. Sul campo Mark Philippoussis, australiano sorpresa del torneo, e Roger Federer, lo svizzero che due anni prima aveva posto fine al dominio incontrastato di Pete Sampras (per poi uscire ai quarti di finale).
Lo svizzero non ha più i capelli lunghi e il viso da adolescente come due anni prima. In 24 mesi è cresciuto molto, soprattutto sul lato mentale.
Fondamentale nel percorso di crescita la sconfitta al primo turno dell’anno precedente, contro Mario Ancic. Troppo sicuro dei propri mezzi, ma ancora immaturo in campo.
A 22 e con la testa di serie n. 4, grazie alla vittoria ad Halle prima dello slam londinese, è pronto a prendersi quello che gli spetta.
Il torneo dello svizzero va via spedito: si arrendono in successione Lee (63 63 76), Koubek (75 61 61), Fish (63 61 46 61, unico set perso nell’intero torneo), López (76 64 64), Schalken (63 64 64) ed Andy Roddick (76 63 63).
L’avversario della finale è un australiano, ma non quello che ci aspetteremmo.
Lleyton Hewitt è infatti uscito al primo turno, da testa di serie n. 1 e detentore del titolo.
Mark Philippoussis si deve opporre a quello che diventerà il simbolo del torneo, è il corso della storia che lo condanna.
L’incontro si chiude 76 62 76 in favore dello svizzero, primo trionfo crociato sull’erba di Wimbledon.
17 anni fa inizia il regno a Wimbledon.
Quello che fino a quel momento era il principe del campo, dopo l’incoronazione dalla regina, diventa il Re Svizzero.
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