Olga Danilovic (figlia dell’indimenticabile cestita Sasha, dominatore negli anni italiani alla Virtus Bologna), una delle partecipanti all’Adria Tour, difende Novak Djokovic. La diciannovenne serba, attuale n. 170 del ranking WTA , in una lettera pubblicata su Instagram, ha voluto difendere l’operato del suo connazionale, sottolineando gli scopi benefici e le regole che erano state imposte al pubblico.
Nella lunga lettera la Danilovic ha voluto evidenziare la bontà della manifestazione, gli scopi benefici e la non totale mancanza di regole anti-covid sugli spalti. Scrive così la tennista:
“Caro Nole, prima di tutto desidero augurare a te, alla tua famiglia, ai membri del tuo team, a Grigor e Borna e a tutti coloro che stanno combattendo la battaglia contro il Covid-19 una pronta guarigione.
L’obiettivo di questo evento era di raccogliere fondi a scopo umanitario, ma alla fine le cose non sono andate come volevamo, so comunque che tutti abbiamo cercato di seguire le istruzioni e le regole che ci sono state imposte. Ogni spettatore ha ricevuto una maschera all’ingresso con tutte le istruzioni da seguire, tutti hanno avuto l’opportunità di indossare maschere o semplicemente di non partecipare al torneo, ecco perché siamo tutti responsabili, così come tutti sono responsabili della diffusione di questa pandemia, non si può attribuire tutte le colpe ad una persona sola”.
Olga continua così, difendendo in prima persona l’operato di Djokovic:
“Novak ha mostrato rispetto a tutte le persone con le quali è stato vicino, ho potuto constatare io stessa come ha dedicato un sorriso e parole di incoraggiamento a ciascun bambino presente alla manifestazione. Borna è stato un ottimo padrone di casa a Zara per tutti noi, proprio come la federazione di tennis croata ed il resto dei giocatori. Voglio ringraziare tutti per questo.
Tutti i partecipanti ed i membri dell’organizzazione hanno riconosciuto l’entità e le buone intenzioni della tua idea. Attraverso ciò che facciamo meglio nella vita, ovvero giocare a tennis, possiamo aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno.
Noi, come atleti professionisti, conosciamo bene gli avversari che si trovano dall’altra parte della rete, li studiamo per sapere le loro tattiche. Questo malvagio avversario ha invece fermato la vita di tutto il mondo e ha fatto sì che molte più persone avessero bisogno di aiuto. Quindi ti voglio dire che il tuo invito è stato un onore per me, hai sempre creduto che insieme avremmo potuto aiutare le persone in pericolo.
Dopo tutto questo, alcune cose non saranno più le stesse. Per prima cosa, credimi, la tua lista dei veri amici. Spero che presto avrò l’opportunità di condividere di nuovo il campo con te, il miglior giocatore del mondo. Ti auguro una pronta guarigione, la tua amica Olga”.
La giovane Olga nella lettera a Djokovic ha accennato alle mascherine cedute al pubblico prima degli eventi. Per la prima volta si sente parlare di dispositivi anti-contagio nella competizione, nemmeno Novak ne aveva parlato.
Possiamo fidarci o lo ha detto per abbassare i toni delle polemiche?
Possiamo trovare tutte le ragioni che hanno spinto la tennista a difendere il suo amico, ma purtroppo non riusciamo proprio a condividerle. D’accordo lo scopo sociale, la felicità dei bambini e degli spettatori nel rivedere i propri beniamini in campo, ma il Coronavirus non lascia scampo e chissà quanti contagi al di fuori del rettangolo di gioco ha creato questa manifestazione, totalmente evitabile in un momento storico come quello che stiamo vivendo.
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