Andy Murray ha disputato un torneo di esibizione, organizzato dal fratello Jamie, a Londra, nel quale si è arreso solamente in finale di fronte a Daniel Evans e al dolore ai piedi. Nell’intervista rilasciata a Reuters dopo la partita, Andy ha analizzato la situazione post virus, dai dubbi sul calendario a una nuova tipologia di ranking atta a salvaguardare gli interessi di tutti i tennisti.
Il britannico non gioca una partita ufficiale dal novembre scorso ed è normale che si sia soffermato soprattutto su questo aspetto: i troppi eventi importanti ravvicinati. Queste le parole di Andy:
“Se devo essere sincero, non credo sia possibile e non credo sia sicuro giocare le fasi finali dello Us Open e poi ritrovarsi il martedì a Madrid, in altura, sulla terra e con la palla che rimbalza in maniera completamente differente.
In generale penso che il calendario non sia strutturato in maniera corretta, ma non possiamo fare altro che adattarci a quelle che sono le direttive dell’ATP”.
Abbastanza scontato quindi il forfait al torneo di Cincinnati (che si terrà a New York), per riposarsi in vista della partecipazione allo US Open (parteciperà invece al primo torneo della ripresa, quello di Washington).
Andy Murray fa una proposta che a prima vista sembra sconvolgente, ma andando nel dettaglio ha più pro che contro: il ranking biennale.
“Esiste la possibilità che molti big decidano di non partecipare ad alcuni degli eventi più importanti. Io stesso preferirei giocare a Washington e saltare l’evento della settimana precedente allo Us Open.
Potrebbe essere il caso di introdurre un ranking biennale per il momento, così che i ragazzi che hanno fatto bene lo scorso anno e non sono nelle condizioni ideali di difendere i loro punti non saranno troppo penalizzati”.
Un caso clamoroso potrebbe essere quello di Rafa Nadal. Lo spagnolo ha vinto lo scorso anno a Flashing Meadows, ma sarebbe sicuramente disposto a saltare il mese sul cemento americano per prepararsi al meglio per la ricca stagione sulla terra rossa europea (Madrid, Roma e Roland Garros).
Con l’ipotesi del calendario biennale i giocatori sarebbero quindi più liberi di gestire gli impegni ravvicinati alla ripresa, senza la “paura” di perdere punti saltando tornei in cui dovrebbero difendere risultati importanti ai fini della classifica.
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