Cresce il caos intorno all’Adria Tour, il torneo itinerante organizzato da Novak Djokovic nei “suoi” Balcani, che avrebbe dovuto rappresentare la prima grande occasione di ripartenza per il tennis dopo l’emergenza e che invece si sta trasformando in un incubo a causa del dilagare dei contagi da Covid-19.
Dopo i tennisti Grigor Dimitrov e Borna Coric, sono emerse le positività di Marco Panichi, uno degli allenatori di Djokovic, e di Christian Groh, allenatore di Dimitrov. In attesa di conoscere il risultato del tampone al quale si è sottoposto il primo ministro croato Andrej Plenkovic, che sabato era a Zara ed ha incrociato Djokovic, oltre ai croati Marin Cilic e Goran Ivanisevic
Sono ore di ansia, tensione e polemiche, soprattutto per come è stata gestito l’afflusso del pubblico che, soprattutto nella prima tappa a Belgrado, si è accalcato sulle tribune per assistere alle partite di Djokovic. Nelle ultime 24 ore in Serbia i positivi al Covid-19 sono stati 93, compresi 5 giocatori della Stella Rossa di Belgrado. In particolare molti puntano il dito contro lo stesso Nole, che oltre alle responsabilità organizzative, si sarebbe anche rifiutato di sottoporsi al tampone perché dice di “non presentare sintomi”.
Una situazione che è stata pesantemente criticata da uno dei più acerrimi nemici di Djokovic nel circuito, Nick Kyrgios, che ha attaccato frontalmente il serbo: “Una decisione da idioti quella di andare avanti con questa ‘esibizione’. Auguro un recupero veloce ai colleghi, ma queste sono le conseguenze quando non si rispettano i protocolli”.
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