Domani avrà ufficialmente inizio l’Ultimate Tennis Showdown, ideato da Patrick Mouratoglou ed ospitato nella Mouratoglou Tennis Academy di Nizza. Al via dieci tennisti di alto livello (Brown, Popyrin, Pouille, Lopez, Gasquet, Paire, Goffin, Tsitsipas, Thiem ed il nostro Matteo Berrettini) che si sfideranno nel torneo. L’ideatore l’ha definita la competizione che svecchierà il tennis. Andiamo allora a vedere le nuove folli regole del torneo di Patrick Mouratoglou.
La mente illuminata che ha ideato tutto questo, Patrick Mouratoglou ha voluto motivare così le sue scelte:
“Il tennis di oggi è una maratona, l’UTS sarà uno sprint. Oggi non c’è più la diversità degli anni ’80, sia di giocatori come Borg e McEnroe che come stili di gioco. I giovani non vincono niente per via delle regole, vittorie come quelle di Capriati, Austin, Hingis oggi sono impossibili. Quello che cerco nell’UTS è la diversità, voglio i Borg e i Kyrgios allo stesso tempo, perché se si comportano tutti alla stessa maniera è noioso. I giovani non guardano partite di tre ore, se non succede niente per 20 minuti abbandonano. Il mio scopo è fare tennis ma adattato alle regole in cui viviamo. E in secondo piano riportare in campo le cose che abbiamo perso, i comportamenti degli anni ‘80 che non abbiamo più”
Non possiamo esimerci dal commentare un abominio del genere. Quando pensavamo che non ci sarebbe stato nulla peggiore delle regole delle Next Gen ATP Finals ecco che Mouratoglou ci smentisce.
Ma di cosa parliamo? La quarantena in quasi tutto il mondo è finita, queste possono essere le regole di un videogioco. Sorvoliamo su alcune follie come la durata massima di un’ora (i match lunghi fanno la storia ed appassionano ad ogni singolo punto, vedi finale Djokovic-Nadal all’ultimo Wimbledon giocato) e i 4 tempi da 10 minuti ciascuno (probabilmente Mouratoglou si confonde con il basket), ma sulle altre regole si potrebbe discorrere per ore.
Il coaching con i fan per esempio. Il cambio di campo è un momento sacro, i giocatori dovrebbero solo pensare a concentrarsi e a trovare le giuste soluzioni che sono mancate nei game precedenti (o il contrario in caso di risultato favorevole). Questa pausa fondamentale viene sostituita da una cosa molto simile ad un meet&greet con i propri fan, rispondere alle loro domande sul senso della vita e che probabilmente saranno poco consone al match. Il senso di una cosa simile quale sarebbe?
Per non parlare delle carte speciali, molto utili in un videogioco, d’accordo, ma qui parliamo della vita reale. Anche in questo caso la logica che ha portato ad una scelta del genere difficilmente si riesce a trovarla.
La domanda che sorge spontanea è questa: con regole del genere ci saremmo mai potuti appassionare al tennis? La nostra risposta è un secco no.
Diteci la vostra, cosa pensate delle regole del guru del tennis greco-francese?
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