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Le nuove (folli) regole del torneo di Patrick Mouratoglu

Domani avrà ufficialmente inizio l’Ultimate Tennis Showdown, ideato da Patrick Mouratoglou ed ospitato nella Mouratoglou Tennis Academy di Nizza. Al via dieci tennisti di alto livello (Brown, Popyrin, Pouille, Lopez, Gasquet, Paire, Goffin, Tsitsipas, Thiem ed il nostro Matteo Berrettini) che si sfideranno nel torneo. L’ideatore l’ha definita la competizione che svecchierà il tennis. Andiamo allora a vedere le nuove folli regole del torneo di Patrick Mouratoglou.

Le regole

  • I match dureranno al massimo un’ora;
  • Annullato il riscaldamento;
  • 4 tempi da 10 minuti, pausa di due minuti ad ogni tempo;
  • Stop al cronometro solo per rottura di corde o racchetta, oltre che per litigare con gli arbitri;
  • Coaching di 30″ rigorosamente in inglese ed obbligo di risposta alle domande dei fan arrivate via internet al cambio di campo;
  • Non si useranno i 15 per il punteggio, si giocheranno due punti per ogni giocatore, chi ne vince di più si aggiudica il tempo;
  • UTS Cards: come in un videogioco un algoritmo assegnerà delle carte casuali ai giocatori. Alcune carte sono: terza palla di servizio/1 palla di servizio, obbligo di serve & volley, punti raddoppiati ed altro ancora.

La mente illuminata che ha ideato tutto questo, Patrick Mouratoglou ha voluto motivare così le sue scelte:

Il tennis di oggi è una maratona, l’UTS sarà uno sprint. Oggi non c’è più la diversità degli anni ’80, sia di giocatori come Borg e McEnroe che come stili di gioco. I giovani non vincono niente per via delle regole, vittorie come quelle di Capriati, Austin, Hingis oggi sono impossibili. Quello che cerco nell’UTS è la diversità, voglio i Borg e i Kyrgios allo stesso tempo, perché se si comportano tutti alla stessa maniera è noioso. I giovani non guardano partite di tre ore, se non succede niente per 20 minuti abbandonano. Il mio scopo è fare tennis ma adattato alle regole in cui viviamo. E in secondo piano riportare in campo le cose che abbiamo perso, i comportamenti degli anni ‘80 che non abbiamo più

Ma stiamo scherzando?

Non possiamo esimerci dal commentare un abominio del genere. Quando pensavamo che non ci sarebbe stato nulla peggiore delle regole delle Next Gen ATP Finals ecco che Mouratoglou ci smentisce.

Ma di cosa parliamo? La quarantena in quasi tutto il mondo è finita, queste possono essere le regole di un videogioco. Sorvoliamo su alcune follie come la durata massima di un’ora (i match lunghi fanno la storia ed appassionano ad ogni singolo punto, vedi finale Djokovic-Nadal all’ultimo Wimbledon giocato) e i 4 tempi da 10 minuti ciascuno (probabilmente Mouratoglou si confonde con il basket), ma sulle altre regole si potrebbe discorrere per ore.

Il coaching con i fan per esempio. Il cambio di campo è un momento sacro, i giocatori dovrebbero solo pensare a concentrarsi e a trovare le giuste soluzioni che sono mancate nei game precedenti (o il contrario in caso di risultato favorevole). Questa pausa fondamentale viene sostituita da una cosa molto simile ad un meet&greet con i propri fan, rispondere alle loro domande sul senso della vita e che probabilmente saranno poco consone al match. Il senso di una cosa simile quale sarebbe?

Per non parlare delle carte speciali, molto utili in un videogioco, d’accordo, ma qui parliamo della vita reale. Anche in questo caso la logica che ha portato ad una scelta del genere difficilmente si riesce a trovarla.

La domanda che sorge spontanea è questa: con regole del genere ci saremmo mai potuti appassionare al tennis? La nostra risposta è un secco no.

Diteci la vostra, cosa pensate delle regole del guru del tennis greco-francese?


 

L’occasione del giorno

Ninebot by Segway, Monopattino elettrico


Stefano Maffei

Lavorare nel mondo dello sport è sempre stato il mio sogno. Da bambino speravo di entrarci come atleta, ma poi ho capito che sarebbe stato meglio sfruttare le mie competenze da social media manager e copywriter per provare a realizzare il mio sogno. Grazie ai miei studi ho potuto migliorare molto la conoscenza dell'inglese (livello C1), del portoghese brasiliano (C1) e dello spagnolo (B1). Le mie capacità di addetto stampa, web writer, content editor e SMM le ho sviluppate seguendo corsi di approfondimento (dedicati al mondo dell'ufficio stampa, della scrittura sul web e dei social media) e grazie all'esperienza a Tennis Fever e GoPillar Academy come Content & Social Media Manager. Inoltre, sto vivendo il sogno di poter girare il mondo seguendo il circuito Wta (tennis) in qualità di match analyst.

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