Cosa significa essere il coach di una top-100. Conversazione con Antonio Zucca

Antonio Zucca è un ex giocatore (ha avuto ranking Atp, prendendo punto di livello ITF) ed ora è allenatore. Vive di tennis, come sognava, e questo l’ha portato a lasciare la sua Sardegna e girare l’Europa e il mondo. Ora allena Laura Siegemund, 32enne tedesca, numero 65 del mondo (best ranking 27). Abbiamo fatto una chiacchierata con lui per capire cosa significhi, concretamente, allenare una giocatrice a questi livelli.

Antonio, come hai scoperto il tennis?

A sei anni giocavo a calcio e nello stesso posto dove mi allenavo ci stava il circolo di tennis, non mi sentivo tanto un calciatore e allora mio padre mi ha chiesto se volevo provare a giocare a tennis, e da quel momento non ho più smesso di giocare.

Quando hai capito che per te sarebbe potuto diventare un lavoro?

Non penso ci sia mai stato un momento preciso, era un mio sogno poter vivere di questa mia grande passione. Piano piano ti accorgi che magari non diventi ricco ma puoi comunque andare avanti con questo tuo sogno. Al livello a cui sono arrivato io non puoi guadagnarci o diventare ricco, senza degli aiuti esterni, come campionati a squadre o famiglia, diventa molto difficile sia iniziare che continuare, si sopravvive più che vivere.

Hai avuto anche un ranking Atp. Parlaci della tua carriera.

Sì, ho preso qualche punto in singolare e qualche altro in doppio. Ho iniziato a giocare nel circolo del mio paese al TC Porto Torres, giocavo tre, quattro volte alla settimana, non sono mai stato questo grande talento fin da bambino. A 17 anni, con il consenso della mia famiglia, sono andato via di casa e ho iniziato ad allenarmi più seriamente. Ho vissuto in Oman, Liguria, Toscana e la mia ultima tappa é stata Roma. Visto che i soldi non erano tantissimi dovevo alternare tornei Open, per raccogliere qualche soldo, e con quelli andavo a giocare gli ITF.

Quale momento della tua carriera ricordi con maggior piacere?

Mi ricordo molto bene la partita che mi ha permesso di entrare per la prima volta nel ranking ATP, che per me era un sogno diventato realtà. Anche se l’avversario non era un fuoriclasse, ho bei ricordi su quella partita. Un’altra partita che mi piace ricordare è quella in cui ho battuto un top 500: per la prima volta, dopo essere stato 6-4, 5-2 sotto, ho vinto per 7-6 al terzo, dopo più di 3 ore di partita.

A parte l’attuale sosta forzata partecipi ancora a tornei?

No, ormai sono due anni che seguo Laura a tempo pieno e che quindi non gioco tornei. Ho giocato qualche partita di serie C, dove sono nella squadra sempre per il circolo del TC Porto Torres dove quest´anno avevamo una squadra per puntare alla serie B, vedremo come andrà a finire con questo coronavirus.

Ora sei anche un coach, parlaci delle giocatrici che segui.

Questa per me é la prima esperienza come coach, seguo Laura Siegemund, ex 27 WTA, adesso 65. Ho iniziato come sparring grazie agli Internazionali d´Italia e li ho conosciuto Laura. Per prima cosa mi aveva preso come suo sparring mentre poi le cose si sono evolute e ora la seguo anche come coach. Allenare diverse ragazze a questo livello così alto, non é molto fattibile, spendi davvero tante ore sia in campo che fuori dal campo, non voglio immaginare nemmeno cosa vuol dire allenare due ragazze a questo livello.

Secondo Te gli altri slam si disputeranno quest’anno?

Beh, hanno già detto che Wimbledon non si giocherà sicuramente, mentre Parigi lo vorrebbero far giocare verso metà Settembre. Per gli US Open, vista la situazione a New York, non sono molto ottimista però anche se alcuni dicono che non si giocherà più quest`anno, invece io rimango ottimista e credo che si giocherà qualche torneo sulla terra, magari anche a Roma durante l´estate, per poi andare a giocare in Asia dove sembra che la situazione sia sotto controllo.

Sei uno dei personaggi che gravitano nel circuito che rappresenta meglio la sua terra, la Sardegna. Cosa it aspetti dal futuro?

Ci sono altri atleti, come Manuel Mazzella che ha vinto parecchi titoli sardi e ha avuto un best ranking in ATP più alto del mio e anche Stefano Mocci che era un grandissimo talento, arrivato credo intorno alla posizione 500 al mondo e in grado di battere Roger Federer da junior. Ognuno fa quello che può, senz’altro sono orgoglioso del mio percorso e di dove sono ora, sono curioso di cosa il futuro mi porterà.


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