Il giorno della Leonessa e l’apertura della “parentesi” d’oro del tennis italiano

“La sensazione della pancia e delle gambe per terra sul centrale ruvido, dopo il match point con la Stosur, è qui con me. Sentivo la forma che mi cresceva dentro, partita per partita, fino alla finale. Un’emozione difficile da spiegare”.

Con queste parole, qualche giorno fa, Francesca Schiavone ha ricordato il momento più importante della sua carriera ed uno dei più indimenticabili di tutta la storia del tennis italiano: la sua vittoria al Roland Garros, la prima (e al momento l’unica) per una tennista italiana a Parigi.

“Ricordo il pensiero prima dell’ultimo punto: mandami la palla, che la gioco come voglio io. Se mi servi sul rovescio, io la colpisco alta, in anticipo, e te la rimando sul rovescio. Io posso, io faccio, io, io, io. Zero paura, soltanto positività. A questo punto posso dire di credere nel destino: lo disegniamo noi. Poi ci sono forze più grandi che ci aprono le strade”.

Quella vittoria, quell’impresa straordinaria, quella corsa sfrenata sugli spalti del Philippe Chatrier, segnarono l’inizio di un’epoca d’oro per il tennis femminile italiano, l’era più brillante nella storia di questo sport per i colori italiani, in cui, insieme a Francesca, le grandi protagoniste furono Flavia Pennetta, Roberta Vinci e Sara Errani. Un ricordo solo in parte offuscato dalla crisi profonda in cui sembra entrato il movimento negli ultimi anni.

Ma quel giorno, quel 5 giugno 2010, sarà per sempre suo. Il giorno della Leonessa, una donna che, nello sport e nelle sfide che la vita le ha messo davanti, ha dimostrato di non temere rivali.

Roland Garros 2010, Francesca Schiavone batte Samantha Stosur 6-4, 7-6

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