Le parole nette pronunciate da Novak Djokovic contro l’obbligo di vaccinazione contro il coronavirus (se e quando la comunità scientifica riuscirà a trovare una soluzione da questo punto di vista) hanno fatto il giro del mondo in pochissime ore e scatenato un’orda di polemiche, reazioni, interpretazioni di varia natura.
Al punto che lo stesso numero uno del mondo ha dovuto inviare un precisazione al New York Times, che è stata ovviamente immediatamente pubblicata. Nella lettera di chiarimento, Djokovic non esprime alcuna posizione ideologica al vaccino, quanto piuttosto la predilezione per le cure naturali, perplessità sul legame tra vaccino e possibilità di viaggiare e la possibilità di scegliere, in coscienza, cosa sia meglio per il suo corpo.
Ecco il testo completo recante le sue parole:
“Personalmente sono contrario alla vaccinazione contro il coronavirus per poter viaggiare. Ma se diventa obbligatorio, dovrò decidere se farlo o no. E’ una questione che influenza davvero la mia professione. Molti tennisti e atleti mi hanno contattato chiedendomi quale fosse la mia opinione. Ho espresso le mie opinioni perché ho il diritto di farlo e mi sento anche responsabile di evidenziare alcuni argomenti essenziali che riguardano il mondo del tennis.
Ad essere sincero, proprio come il resto del mondo, sono confuso. Pur avendo accesso a informazioni e risorse, sono davvero in dubbio su quale potrebbe essere la cosa migliore da fare. Il mio lavoro richiede molti viaggi. Alcuni sostengono che noi che viaggiamo dovremmo prendere il vaccino, che però non è ancora stato sviluppato. Pertanto, vorrei ripetere e sottolineare che in questo momento non disponiamo di informazioni adeguate.
Non sappiamo se ci saranno nuove misure, quali saranno prese, se avremo la possibilità di decidere da soli cosa fare o meno con il vaccino. Vorrei avere maggiori dettagli, prima di prendere le giuste decisioni. Ci tengo al benessere e trascorrerò tutta la vita imparando a conoscere il corpo e come possiamo migliorare il nostro metabolismo affinché possa essere nella forma migliore per difendersi da un virus impostore come il Covid-19. Il mio massimo rispetto e gratitudine va a tutti i medici che stanno dando supporto a coloro che ne hanno più bisogno. Non sono un esperto, ma voglio avere la possibilità di scegliere ciò che è meglio per il mio corpo. Sto mantenendo una mente aperta e continuerò a fare ricerche su questo argomento perché è importante e influenzerà tutti noi”.
Le parole di Djokovic contro l’obbligatorietà del vaccino aveva suscitato reazioni dure. La campionessa di scherma Elisa Di Francisca aveva detto di “rabbrividire” davanti alle prese di posizione di questo tipo, perché “i vaccini salvano vite” e “noi atleti dobbiamo dare l’esempio”.
Il chiarimento fornito con le parole riportate qui sopra da una parte sembrerebbe escludere, come abbiamo detto, posizioni ideologiche contro i vaccini (tipiche, appunto, dei no vax) ma al tempo stesso lasciano aperti tutti i dubbi espressi qualche giorno prima nella videochat con gli altri atleti serbi. Quindi, nell’ottica di una campagna globale di sicurezza sanitaria di cui, con tutto il rispetto, Djokovic non può farsi portabandiera al posto della comunità scientifica, la sensazione, purtroppo, è che la toppa di Nole sia stata peggiore del buco.
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