“Che succede quando giochi un match-point contro Federer, Nadal, Murray o Djokovic? Non è importante, l’importante è che succeda”.
Lo sport è ricco di storie di riscatto, di rivalsa, di fallimenti seguiti da successi (e viceversa).
Normalmente il grande pubblico viene a conoscenza solo di quelle degli atleti più famosi e celebrati, ma ogni disciplina è ricca di aneddoti ed episodi, grandi e piccoli, su chi non ce l’ha fatta, o ha avuto al contrario qualche isolato lampo di gloria.
Prendiamo il tennis, ad esempio. Dietro i pochi campioni che anno dopo anno vincono i principali eventi, c’è un esercito di giocatori che vengono eliminati nei primi turni dei tornei, che girano il mondo sperando, settimana dopo settimana, di racimolare sponsor non sempre di prima fascia e sufficienti premi partita da consentire loro di andare avanti nella costosa pratica sportiva. Forse a vincere il torneo non ci pensano neanche, potrebbe essere già un successo arrivare nelle fasi finali, ed essere sconfitti con onore dal solito asso pigliatutto. Noti solo ai più ferventi appassionati, cosa li spinge ad andare avanti? Soprattutto in un sport che è a tutti gli effetti un mercato di liberi professionisti, in cui a nessuno è garantito non solo il futuro, ma neppure il presente? Come si concilia l’amore per lo sport, il piacere del gioco, con la pressione dei risultati e la necessità di rendere remunerativa la propria attività?
E quando uno di costoro riesce a fare lo scalpo a un grande campione (alle volte succede), la maggior parte delle volte si dà la colpa alla scarsa condizione del giocatore più forte, piuttosto che sottolineare i meriti dell’underdog. Ma non sempre è così…
Chi è Idris Arslanian? Da dove viene? Qual è la sua storia? Come ha fatto a battere in pochissimi anni, uno dopo l’altro, i più forti tennisti della propria epoca e tra i più grandi di sempre, disputando solo e unicamente il piccolo torneo indoor, ATP 250, “Open 13” di Marsiglia? E perché non ha mai preso parte ad altre competizioni? Quali sono i rapporti con la severa madre e con Laurence Tieleman, suo allenatore ed ex-giocatore professionista?
“GOAT” è un’indagine che prova a rispondere a tutte queste domande, un documentario a fumetti sulla vita di uno dei pochi tennisti al mondo a essere riusciti a giocare all pari con i “Fab 4” Djokovic, Nadal, Murray e Federer e forse anche a batterli, senza per questo mai diventare noto al grande pubblico. Cosa serve per diventare un campione? E per rimanerlo? Idris ha mai avuto questa cosa? O l’ha avuta, persa, e poi ritrovata? In definitiva, si possono battere i più forti di tutti i tempi senza essere il più forte di tutti i tempi?
GOAT
Emanuele Rosso
Coconino Press – Fandango
224 pp., colore
Novembre 2019
€ 21,00
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