Aveva già fatto parlare di sé lo scorso anno quando, appena 15enne, aveva battuto ad Alicante il nostro Jannik Sinner, diventando di fatto il primo giocatore nato nel 2003 a vincere un incontro a livello Challenger. Carlos Alcaraz Garfia, ora 16enne, ieri ha messo fuori gioco Albert Ramos Vinolas all’Open di Rio, testa di serie numero 7, con un combattuto 7-6(2) 4-6 7-6(2).
L’enfant prodige della scuola spagnola comincia così a mettersi in mostra anche nel circuito maggiore, arrivando agli ottavi di un Atp 500. Numero 406 del mondo, allenato dall’ex numero uno Juan Carlos Ferrero, Alcaraz ha messo alle strette un avversario di tutto rispetto, uno che nel 2016 è riuscito a disputare ad esempio i quarti di finale del Roland Garros. Una vera e propria battaglia, chiusa alle 3 del mattino dopo 3 ore e 37 minuti di gioco, che non fa altro che esaltare le potenzialità di questo giovanissimo proveniente da Murcia, che a quanto pare non ha alcuna intenzione di tremare di fronte alle difficoltà.
E nella mente di molti osservatori comincia inevitabilmente ad affiorare un certo Rafael Nadal. Alcaraz prenderà il suo posto? Seguirà le sue gesta? Il talento c’è, ma è chiaramente troppo presto per mettere sul piatto paragoni del genere. Lo stesso papà di Alcaraz ha detto di non esagerare con certi accostamenti.
Quasi tutti nella sua famiglia amano e giocano il tennis. I genitori gli misero in mano la prima racchetta a 4 anni e ora sta finalmente germogliando: ha ottimi fondamentali, un rovescio a due mani elegante, una grande difesa; riesce a cambiare facilmente ritmo e, come ogni talento, riesce a far sembrare semplici anche le cose complicate. Il suo terreno preferito è la terra, anche se la collaborazione con Ferrero gli sta dando la possibilità di crescere su tutte le superfici.
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