Doveva essere il primo grande torneo in cui la Next Gen tentava l’attacco decisivo allo scettro dei Big Three, e invece è finito con un copione già visto e rivisto. A vincere è stato Novak Djokovic, il favorito della vigilia. Con buona pace dell’ottimo Dominic Thiem, giunto alla sua terza finale Slam persa, di Alexander Zverev, che comunque centra il miglior risultato in carriera, e dei vari Medvedev, Tsitsipas e Shapovalov che, pur con diverse gradazioni di delusione, tornano a casa con le pive nel sacco.
Vediamo allora il classico pagellone finale di Tennis Fever.
Che dire? Non ci sono molte parole per descrivere un uomo che trova il suo ottavo successo a Melbourne e il suo titolo Slam numero 17. Oggettivamente il migliore. Ha sofferto pochissimo ed è arrivato in finale da dominatore. E’ uscito vincitore dal durissimo scontro con Thiem, vincendo un match che sembrava essersi messo molto male per lui. E’ tornato numero uno del mondo e avvicinato i suoi rivali di sempre nel conto dei major vinti. Può stare antipatico in campo, ma è un monumento di questo sport.
Peccato, per lui. Stavolta è andato davvero vicino alla vittoria del tanto agognato titolo Slam. Per di più lontano dalla terra del Roland Garros, a dimostrazione della completezza ormai raggiunta dall’austriaco. Non sarà semplice per lui digerire questa sconfitta, ma è la certificazione del fatto che ormai il suo percorso di maturazione è arrivato al livello massimo.
Anche in questo caso non ci sono molte parole. Un ragazzo di quasi 39 anni che recupera match apparentemente persi, che gioca (e vince) partite da infortunato, che lotta per un set contro il giocatore in questo momento più ingiocabile al mondo… ma quando lo ritroveremo? Dice di non aver alcuna intenzione di ritirarsi, di poter vincere ancora uno Slam. E noi siamo con lui, se sta bene è ancora tra i primissimi e sul veloce può tranquillamente dire la sua.
La sorpresa del torneo, almeno per quelle che erano la aspettative della vigilia. Dopo un’Atp Cup imbarazzante, infatti, il tedesco ha registrato i colpi (in particolare il servizio) ed ha centrato la semifinale, miglior risultato in carriera in un torneo del Grande Slam, eliminato solo da un Dominic Thiem quasi perfetto. Forse ha giocato a suo favore la mancanza di aspettative nei suoi confronti, che gli ha permesso di giocare con meno pressione.
L’americano dal look improbabile si è fermato a sette match point dalla semifinale contro Novak Djokovic, sconfitto da un’impresa ai limiti dell’umano da Roger Federer. Ha comunque giocato un torneo incredibile, tenendo conto che stiamo parlando del numero 100 del mondo. Ha fatto vedere un tennis solido, profondo e concreto, eliminando alcuni pezzi grossi come il nostro Fabio Fognini
In pochi avevano pronosticato un Wawrinka in grado di arrivare ai quarti di finale. E invece lo svizzero, in versione molto vicina al miglior Stanimal, ha giocato un ottimo torneo, coronato dall’eliminazione agli ottavi di uno dei favoriti, Daniil Medvedev, in una battaglia di cinque set. Si vede che stiamo parlando di uno dei pochi tennisti che negli ultimi quindici anni hanno dato filo da torcere di Big Three.
Che non fosse il miglior Nadal lo si era capito già dall’Atp Cup. I campi di Melbourne non si adattano al suo gioco, ormai è noto. E’ riuscito comunque ad arrivare in relativa scioltezza ai quarti di finale, in cui è stato sconfitto da Thiem. Da sottolineare la vittoria in quattro set agli ottavi contro Nick Kyrgios in uno dei match più emozionanti del torneo, sia per quello che è successo in campo, sia per il contesto fuori dal campo.
Una delle migliori versioni dell’australiano negli ultimi anni, tanto da far dire a John McEnroe che “se Nick gioca così entra in top-10 prima della fine dell’anno”. Esce agli ottavi contro Nadal nel giorno in cui ha commosso il mondo entrando in campo con la canotta dei Lakers di Kobe Bryant, ma prima convince soprattutto a livello di tenuta mentale (il talento non è in discussione). Va verificato fuori dalla comfort zone del suo Paese e del suo pubblico.
Miglior italiano a Melbourne e non era affatto scontato. Anzi, il Fogna arrivava agli Australian Open circondato da un discreto scetticismo. E invece eccolo arrivare agli ottavi dopo due feroci battaglie vinte al quinto set contro Reilly Opelka e Jordan Thompson e una netta vittoria contro l’argentino Guido Pella. Peccato per la partita contro Sandgren, buttata via anche per i soliti limiti mentali. Difficilmente gli ricapiterà un’occasione così ghiotta per arrivare ai quarti di finale di uno Slam…
Inutile dirlo, l’attesa per il primo Slam da top-100 del giovane fenomeno altoatesino era alta. Forse, dopo lo sfavillante finale di stagione 2019, era anche lecito aspettarsi qualcosa di più. Ma come dice il suo allenatore, il percorso di crescita è un percorso lento e quindi bene questa vittoria al primo turno (di certo agevolata dall’inconsistenza dell’avversario), che comunque per un 18enne è cosa tutt’altro che scontata.
Il vecchio volpone ha piazzato un’altra zampata. Bella vittoria al primo turno contro il Next Gen Kecmanovic in tre set. Peccato per il secondo turno, in cui ha avuto addirittura la possibilità di eliminare un top player come Stan Wawrinka. Andreas resta comunque un esempio da seguire per tutti i giovani tennisti italiani che si stanno affacciando ai tornei che contano.
Il timore era che potesse addirittura saltare il torneo. Per questo, nonostante l’eliminazione al secondo turno contro il solito Sandgren, Matteo si è detto comunque soddisfatto del suo torneo. Una bella vittoria al primo turno contro lo statunitense Harris non è comunque il massimo per un top-10 come lui reduce dalle Atp Finals di Londra. Ha comunque tutte le attenuanti del caso, speriamo di vederlo presto al top della forma.
Quando ha vinto, ha convinto. Il problema è che ha smesso di vincere troppo presto per uno che doveva arrivare fino in fondo. L’impressione è che la macchina da tennis che è andata vicinissima a vincere gli Us Open, dopo aver dominato il circuito per tre mesi, non sia ancora tornata.
Delusione. In primis perché la sua corsa si ferma al terzo turno di un torneo in cui aveva una semifinale raggiunta un anno fa da difendere. Ma soprattutto perché su di lui si erano concentrate molte delle aspettative di chi si diceva convinto che ormai l’ora di un passaggio di testimone con i tre grandi fosse ormai arrivata. E invece ottiene solo una vittoria contro il buon Salvo Caruso, approfitta del ritiro di Kohlschreiber al secondo turno e si schianta contro il servizio di Milos Raonic al terzo.
La coppia di baby-fenomeni canadesi torna a casa con le orecchie basse. Il momento “in cui il Canada dominerà il mondo”, per dirla alla Rafael Nadal, non sembra esattamente dietro l’angolo. Felix si becca un 3-1 da Ernest Gulbis, Shapo esce con lo stesso punteggio contro Marton Fucsovics. Entrambi fuori al primo turno. Soprattutto per Denis, giunto a Melbourne addirittura come possibile outsider, la delusione è cocente.
Prima il sospiro di sollievo, poi il rilancio della Wada sul caso Clostebol: che paura…
Uno scatto inedito che ha impressionato i suoi fan: riecco Michael Schumacher, l'ex ferrari ha…
Dopo una lunga battaglia la malattia ha vinto, dolore a non finire per la famiglia…
Clamorosa confessione della campionessa toscana: la giocatrice azzurra si è prestata ad un simpatico gioco…
Incredibile decisione di Dazn. Uno dei big match di campionato sarà trasmesso gratuitamente sulla piattaforma.…
Duro attacco a Novak Djokovic, un big del tennis italiano prende di mira il serbo:…