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Diamo a Zverev quel che è di Zverev

Chi segue il nostro sito sa che non siamo mai stati teneri con Alexander Zverev. Non che nell’ultimo anno il tedesco abbia fatto il possibile per smentirci, ma dobbiamo riconoscere di non aver perso occasione per criticare il suo atteggiamento (dentro e fuori dal campo) che ha provocato un calo spaventoso di prestazioni rispetto alle annate magiche del 2017 e del 2018.

Ancora di recente, le imbarazzanti prestazioni messe in scena all’Atp Cup avevano sollevato dure critiche, molti dubbi e tante perplessità sulla reale possibilità del numero 7 del mondo di tornare a competere ai massimi livelli.

E invece, a pochi giorni di distanza, ecco che, ancora una volta, le montagne russe della Next Gen tornano a far girare in alto proprio Sascha, facendo perdere terreno a nomi che ormai l’avevano superato nella considerazione dei media e dei tifosi. E così ora Zverev si ritrova per la prima volta in carriera nelle semifinali di un torneo del Grande Slam, mentre Daniil Medvedev e Stefanos Tsitsipas – per i quali gli Australian Open dovevano significare la prima vera occasione di attaccare il dominio dei Big Threesono già a casa da qualche giorno.

Certo, avrà pesato positivamente sul gioco di Sascha il fatto di avere meno pressioni rispetto al solito e forse ha inciso negativamente sul greco e sul russo lo status di possibili favoriti per la vittoria finale, ma tant’è.

Un torneo in crescendo, quello del ragazzo di Amburgo, culminato con le ottime prove agli ottavi contro il lanciatissimo Andrey Rublev e ai quarti contro una vecchia volpe del circuito come Stan Wawrinka. Ciò che colpisce di Zverev è la sicurezza ritrovata al servizio (impressionante l’80% di prime in campo contro lo svizzero), la riduzione al minimo degli errori non forzati, l’autorevolezza nei momenti chiave del match.

Tutti elementi che ci dicono quanto la “leggerezza” mentale per un atleta – che al contrario ha sempre sofferto molto le aspettative riposte su di lui – possa fare tutta la differenza del mondo. Ed ora, se Nadal dovesse riuscire a superare Thiem nell’ultimo quarto di finale, potrebbe essere lui l’unico giovane a contendere lo scettro ai tre grandi.

Stefano Cagelli

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