“Per giudicare le mie condizioni e il mio tennis è meglio aspettare di vedermi alla prova contro giocatori che giocano di più da fondo campo e che mi costringano a misurarmi con ritmi e tempi di gioco più complicati”. Lo dice lo stesso Roger Federer, ai microfoni di Sergi Bruguera, dopo aver passeggiato contro un inconsistente Filip Krajinovic.
Il secondo turno dello svizzero agli Australian Open 2020 termina più o meno come il primo: vittoria in tre set (6-1, 6-4, 6-1) in un’ora e 32 minuti di gioco. Quattordici ace a due, più o meno il doppio dei vincenti rispetto all’avversario e più o meno la metà degli errori non forzati. Dominio assoluto, insomma.
Quel che colpisce – e che Federer saggiamente tende a ridimensionare pubblicamente – è la forma fisica del numero tre del mondo, che gli consente di trasformare una partita contro il numero 41 del mondo in una specie di allenamento poco impegnativo.
Non c’è dubbio che arriveranno presto situazioni più difficili – a partire dal terzo turno dove si troverà di fronte un John Millman in trance agonistica, già capace di fargli uno sgambetto agli Us Open del 2018 – ma il Federer visto finora va forse al di là anche delle sue più rosee aspettative.
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