E’ salito alla ribalta del tennis mondiale nel giro di tre mesi. All’inizio dell’anno scorso, Felix Auger-Aliassime, grazie alla finale raggiunta a Rio e la semi del Masters 1000 di Miami, è passato dalla posizione 107 ad una presenza stabile in top-30 (ora è alla numero 21). Si tratta di gran lunga della migliore prestazione individuale per un giocatore della sua età (è un classe 2000), soprattutto se si tiene conto che è il secondo più giovane in top-100 dopo Jannik Sinner (che è alla numero 78)
Per la prima parte del 2019 si è pensato quindi, vedendolo giocare, che Felix fosse effettivamente già pronto per competere ai massimi livelli. Un’impressione confermata da altre buonissime prestazioni su diverse superfici (ricordiamo la finale sulla terra a Lione e sull’erba a Stoccarda contro il nostro Matteo Berrettini).
Poi, però, è arrivato un calo. In parte dovuto ad un problema fisico alla caviglia, in parte a questioni tecniche, in particolare legate alla difficoltà di contenere il numero di errori gratuiti, a partire dai doppi falli. Tutte circostanze che hanno frenato, negli ultimi mesi, l’ascesa del giovanissimo talento di Montreal.
In Coppa Davis, a Madrid, ha ceduto il posto a Vasek Pospisil, mentre all’Atp Cup in Australia è partito titolare, come secondo singolarista dietro Denis Shapovalov. E la differenza di statura tecnica e mentale con il compagno di squadra (più “anziano” di lui di un anno) si è vista tutta, come raccontano bene i risultati. FAA è riuscito a vincere una sola partita, contro il malcapitato greco Michail Pervolarakis (numero 486 del mondo).
Dopo quel match, mentre Shapovalov vinceva contro i top-10 Tsitsipas e Zverev, cedendo dopo lunghe battaglie a De Minaur e Djokovic, lui non ha più vinto un set. 0-2 contro Millman, 0-2 contro Struff e 0-2 contro Lajovic. Sconfitte che, di fatto, hanno condannato il Canada (già fortunato a passare il turno come migliore seconda) all’addio anticipato alla competizione.
Ovviamente non si tratta di una bocciatura per Felix, tutt’altro. Deve ancora compiere vent’anni, il futuro è suo, i margini di miglioramento sono enormi. Basti pensare che oggi parliamo in questi termini proprio del suo connazionale Shapovalov, dopo che per buona parte del 2019 fior di commentatori lo consideravano già un mezzo fallimento.
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