Un Roger Federer a tutto tondo. In una recente intervista, il nativo di Basilea ha parlato del suo presente, del suo passato e del suo futuro. Da questo punto di vista è molto chiaro: “So di non essere eterno, tutti lo sanno. E’ dal 2009, dal giorno in cui sono nate le mie due figlie, che mi pongo questa questione. Poi il mio corpo mi ha dato buoni segnali, la mia famiglia mi ha supportato e sono ancora qui”.
Fino a quando? “Non posso dirlo. Posso solo dire che quando il mio corpo mi dirà che è ora di smettere, e quando la mia famiglia si stancherà di fare questa vita, un po’ a casa e un po’ in giro per il mondo, allora quello sarà sicuramente il momento di smettere. Ma non sarà prestissimo, mi diverto ancora a giocare“.
E se pensa alla sua carriera, Roger non può fare a meno di associare il suo nome a quello degli altri due tennisti che hanno fatto la storia insieme a lui, Rafael Nadal e Novak Djokovic. “Rafa ha sfondato molto presto, i nostri momenti migliori sono coincisi praticamente fin dall’inizio. Io e lui abbiamo giocato delle partite storiche, contro di lui ho subito delle sconfitte che mi hanno fatto male. Ma mi ha anche forzato a migliorare il mio gioco”.
Diverso, almeno inizialmente, l’approccio contro Nole. “Diciamo che all’inizio Novak era l’uomo che incontravo in semifinale e Rafa in finale. Poi, certo, le cose sono cambiate presto per merito di Djokovic. Ma la rivalità con Nadal è sicuramente quella che ha lasciato più il segno nei confronti dei fan”.
Pensando al futuro, alla domanda se preferisce pensare di vincere un altro torneo del Grande Slam o i Giochi Olimpici, Federer non risponde, dicendo che “è impossibile scegliere”, ma parla in questi termini dei suoi venti major vinti: “La mia vittoria più emozionante? Il Roland Garros del 2009, persino più di Wimbledon, perché l’ho inseguito per così tanto tempo…”.
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