Niente droghe, niente alcol, niente antidepressivi. La dipendenza che ha rischiato seriamente di compromettere la carriera di Sir Andy Murray è stata quella dai videogiochi. Ad ammetterlo è lo stesso ex numero uno del mondo, da qualche mese tornato nel circuito dopo una delicatissima operazione all’anca.
“Fino all’età di 26 anni non giravo mai senza la mia Play Station. Era un’ossessione, giocavo fino alle 2 o alle 3 di notte, anche nei giorni prima di un match, finendo per condizionare le mie prestazioni. Il mio gioco preferito era Pro Evolution Soccer, giocavo anche prima delle partite più importanti”.
Decisamente troppo, anche secondo l’ex coach di Andy, Brad Gilbert, che lo ha seguito tra il 2006 e il 2007 e che anche a causa di questo problema ha avuto non pochi problemi con lo scozzese: “Era ossessionato”.
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