“Nei prossimi anni il Canada sarà imbattibile“. Non sono parole nostre. Neppure di qualche tifoso buontempone di Toronto, Montreal o Vancouver. Sono parole di Rafael Nadal e fotografano un possibile scenario futuro. Quello di un team canadese che può diventare il prossimo dominatore del tennis mondiale, sia in campo maschile, sia in campo femminile.
Tra gli uomini, c’è la concreta possibilità che la prossima stagione possa essere quella della definitiva consacrazione di Denis Shapovalov e Felix Auger-Aliassime. Solo per il fatto che stiamo parlando di due nomi che da tempo stanno sulla bocca di tutti, forse in molti siamo portati troppo spesso a dimenticarci che stiamo parlando di due ragazzi poco più che maggiorenni, rispettivamente classe 1999 e 2000.
Per Denis la strada sembra spianata. Dopo un inizio 2019 molto titubante, in cui non sono mancati i momenti di crisi, anche prolungati, sul finale di stagione il nativo di Tel Aviv ha cambiato marcia, conquistando finalmente il suo primo torneo Atp (il 250 di Stoccolma) e arrivando in finale – pur agevolato dal ritiro in semi di Rafael Nadal – al Masters 1000 di Parigi-Bercy.
Una serie di risultati che gli hanno consentito di chiudere il 2019 con il best ranking in carriera, in posizione numero 15 della classifica mondiale. Uno status ampiamente confermato dall’ottima Coppa Davis giocata a Madrid, dove ha vinto contro il nostro Matteo Berrettini una delle partite più belle e tirate dell’anno, cedendo solo a De Minaur in tre set e a Nadal in due set nella serie finale.
Ma dove può arrivare quest’anno Shapovalov? Difficile prevederlo, ma l’obiettivo non può che essere l’ingresso in top-10. E magari qualche titolo importante, un 500 o un 1000, perché no. Discorso diverso per quanto riguarda gli Slam, dove il miglior risultato, per ora, è un quarto turno agli Us Open 2017. La sensazione è che i miglioramenti, anche da questo punto di vista siano possibili, ma per la vittoria di un Major il lavoro da fare sia ancora parecchio.
Che dire invece di Felix? Da un certo punto di vista, i margini di crescita, per lui, sono ancora più ampi che per Shapo. Certo, non ha lo splendido rovescio a una mano dell’amico Denis, ma una solidità e una completezza che ne fanno il giocatore della sua età più forte in circolazione, almeno per ora. Pensate che, dopo il nostro Jannik Sinner, piazzato in posizione numero 78 del ranking, è il più giovane tennista in top-100, avendo chiuso l’anno in posizione numero 21.
Anche per FAA gli obiettivi di stagione sono l’ingresso in top-10 (best ranking finora numero 17, ma a febbraio 2019 era ancora fuori dai 100) e la vittoria di un titolo importante, dato che per ora, in carriera ha raggiunto tre finali ma non è ancora riuscito a mettere un torneo Atp in bacheca. La cosa certa è che, se risolverà i problemi fisici che l’hanno condizionato nella parte finale della stagione, si candida per un ruolo da protagonista.
E allo stesso modo, in campo femminile, gli occhi sono puntati su Bianca Andreescu. Se giocherà il 2020 libera da infortuni, potrebbe mettere la mani sul circuito Wta. D’altronde, a 19 anni è stata capace di vincere un torneo del Grande Slam (Us Open, prima canadese della storia), chiudere l’anno in posizione numero 4 del ranking Wta ed essere nominata atleta canadese dell’anno (prima tennista a vincere il premio).
Insomma, per il Canada del tennis si preannuncia un 2020 esaltante, in cui tre giovani (e per l’immediato futuro occhio alla classe 2002 Leylah Annie Fernandez) possono davvero riscrivere la storia sportiva del Paese e non solo.
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