Il 2019 non è stato solo l’anno di Fognini, Berrettini e Sinner. E’ stato, in generale, l’anno che ha consacrato l’Italia come potenza assoluta nel panorama europeo del tennis giovanile. A certificarlo è il lavoro svolto dalla Commissione del Tennis Professionistico (Professional Tennis Commitee), presentato nell’ambito della conferenza “Tennis Europe Juniors & Pro”.
Stiamo parlando di un associazione a cui aderiscono 49 Paesi europei e alla quale l’ITF delega la maggior parte dell’organizzazione dei tornei nel nostro continente. E i numeri dicono che il nostro Paese è all’avanguardia per numero di tornei Pro organizzati, secondi solo alla Turchia in campo femminile e al terzo posto (dietro Spagna e Turchia) in campo maschile.
Un fattore, questo, che ha determinato la crescita di tutto il settore, dando la possibilità a molti giocatori di competere a livello internazionale senza necessariamente dover contenere importanti costi per viaggi e spostamenti. Sembra un dettaglio, ma non lo è. Pensate ad un ragazzo di 14, 15 o 16 anni e a quanto cambia la dimensione della sua vita (e quella della sua famiglia) se dovesse fare tutto l’anno in giro per l’Europa e per il mondo.
In campo maschile i risultati stanno arrivando. Al momento l’Italia è il Paese con più Top 100 a livello junior, esattamente nove: Lorenzo Musetti, Flavio Cobolli, Matteo Arnaldi, Francesco Passari, Samuel Vincent Ruggeri, Luca Nardi, Lorenzo Rottoli, Francesco Maestrelli e Giulio Zeppieri. Alcuni di loro, tra l’altro, come Zeppieri e Musetti, hanno ormai praticamente abbandonato l’attività Junior dedicandosi interamente ai Pro.
Non solo, proprio Musetti – che, lo ricordiamo, è stato l’unico italiano nella storia a vincere gli Australia Open a livello giovanile – è stato l’alfiere, insieme a Zeppieri (battuto in semifinale a Melbourne), che ha guidato l’Italia nei tornei del Grande Slam, facendola diventare la nazione con più partecipazioni nel corso del 2019.
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