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Chi è Jannik Sinner, il giovane fenomeno del tennis italiano

Se nasci nell’Alto Adige non puoi non amare le Dolomiti e la Val Pusteria; e il tuo percorso sportivo comincerà inevitabilmente con lo sci. È accaduto a tanti grandi campioni (su tutti il leggendario Gustav Thöni). E così è stato per il nostro Jannik Sinner, giovane super talento del tennis, che ha iniziato proprio con gli sci, ma che da quando ha provato a impugnare una racchetta, all’età di 8 anni, ha cominciato un percorso a dir poco promettente per il futuro del nostro tennis.

Vedendolo giocare dal vivo, l’altotesino doc, sembrerebbe più vicino ai quindici che i diciotto anni con i suoi capelli rossi e il fisico ancora così acerbo. Ma una cosa è certa: si tratta del miglior 17enne italiano di sempre.

Biografia: l’altoatesino doc con il passato sugli sci

Classe 2001, anche lui, come tanti bambini dell’Alto Adige (forse tutti), è salito sugli sci all’età di 4 anni, dimostrando subito le sue enormi doti sportive. Tanto da diventare campione italiano Junior in slalom gigante nel 2008. Poi, però, a 8 anni scende dagli sci e lascia i bastoncini per impugnare una racchetta, che aveva già assaggiato prima, ma che stavolta non lascerà più.

E così, nonostante il suo amore per le Dolomiti, soprattutto per la Val Fiscalizza, dove lavorano i suoi genitori (papà cuoco e mamma cameriera, entrambi in un rifugio), decide di fare sul serio e all’età di 14 anni lascia l’Alto Adige per trasferirsi al Piatti Tennis Center di Bordighera, in Liguria, dove viene seguito dal team di Riccardo Piatti, maestro di Andrea Seppi.

Caratteristiche tecniche: un dritto e un rovescio fuori dal comune (e una mentalità da campione)

Diversi osservatori lo paragonano a Bjon Borg per il suo modo di andare sulla palla e per l’approccio mentale alla partita: molto razionale. E ascoltandolo parlare trasmette già una profondità di pensiero che non è certo tipica a quell’età. Quanto ai colpi sul campo è capace di deliziare con rovesci bimani molto eleganti, che a volte ricordano l’ex numero uno Andy Murray. Ma anche il suo diritto è ottimo, per non parlare del servizio, che è potente e vario, cosa peraltro non comune per essere un atleta azzurro (Berrettini a parte).

Carriera: brucia le tappe (e arrivano i primi record)

La vera svolta, dopo le crescita al Piatti Tennis Center di Bordighera e nei vari tornei Junior Itf, arriva nel 2017, quando decide di passare al mondo del professionismo con largo anticipo rispetto ai suoi coetanei. Si tratta di una sua scelta, come lui stesso ha sottolineato in un’intervista, per confrontarsi al più presto “con un livello più alto”. E questo la dice lunga sulla sua mentalità.

Cominciano così Futures e Challenger e nel 2018 arriva una crescita importante: prima finale Futures a Santa Cristina Val Gardena e prima partita vinta a Ortisei in un main draw Challenger.

Il ragazzino dal fisico acerbo (ma longilineo) cresce. E a inizio 2019 il boom: semifinale nel torneo di Aktobe (da 25.000 dollari) e il fantastico successo nel Challenger di Bergamo, che gli permette di diventare il primo classe 2001 al mondo a conquistare un Challenger Atp.

Comincia così a far parlare di sé in maniera piuttosto seria e arriva un nuovo record, agli Internazionali di Roma: non solo ha la sorte di partecipare a un master 1000, ma riesce a anche passare anche il primo turno (peraltro con una clamorosa rimonta ai danni dell’americano l’americano Steve Jonhson). È decisamente un record, perché è l’italiano più giovane di sempre a vincere un match in un torneo del genere.

E poi ancora il Challenger di Lexington, le semifinali Atp ad Anversa, la straordinaria vittoria alle Next Gen Atp Finals, e, ancora, il Challenger di Ortisei per chiudere la stagione in posizione numero 78 del ranking mondiale.

Prospettive da Top ten

Ogni giorno viene alzata l’asticella parlando del suo futuro al punto che, ormai, sempre più osservatori vedono Sinner un futuro top ten. C’è poco da fare, il talento c’è e ha tutte le carte in regola per portare il tennis italiano ad altissimi livelli. Il suo tecnico Riccardo Piatti continua a elogiare le prestazioni e la sua crescita. E il fatto di essere stato scelto dal re del Tennis Roger Federer per una sessione di allenamento, in un pomeriggio degli Internazionali, la dice lunga su quello che ci si aspetta da lui anche dall’interno del circuito. Il carattere e la determinazione non gli mancano, questo è certo. Dunque staremo a vedere, con molta attenzione (e tanta speranza).

Stefano Minnucci

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