Oggi, nel corso della seconda giornata della fase finale della nuova Coppa Davis targata Kosmos, esordirà una delle nazionali sulle quali si sono concentrate maggiori aspettative, l’Australia guidata dal capitano Lleyton Hewitt.
L’ex numero uno del mondo avrà a disposizione una formazione completa e di primo livello, composta da Alex De Minaur, Nick Kyrgios, John Millman, Jordan Thompson e John Peers. Quattro top-100 e un grandissimo doppista per provare ad arrivare fino in fondo in una competizione in cui – con la formula tradizione – l’Australia ha dietro di sé una grande storia di successi (l’ultimo, però, risale al 2003).
Occhi puntati su Nick Kyrgios, il bad boy
La maggior parte delle attenzioni, per quanto riguarda la squadra australiana, saranno dedicate a Nick Kyrgios. Giocatore dal talento cristallino che però, specialmente negli ultimi anni, ha fatto parlare di sé più per i suoi atteggiamenti controversi, dentro e fuori dal campo, che per i suoi successi (nonostante, nel solo 2019, abbiamo vinto due Atp 500 come Acapulco e Washington).
Kyrgios, alle prese con problemi fisici che gli hanno fatto saltare il finale di stagione, ha fatto di tutto per esserci. E il suo capitano ne tesse le lodi come forse nessuno aveva fatto finora. “Quando l’ho incontrato a Indian Wells a marzo, mi ha detto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per essere presente. Ciò che mi rende davvero orgoglioso di lui è il suo atteggiamento con gli altri ragazzi, come cerca di aiutarli, non importa che sia su un campo da tennis o durante una cena di squadra”.
Parlando del suo connazionale, Hewitt spiega che, “come tutti gli australiani, è un po’ solitario, non è facile restare lontano da casa per gran parte dell’anno. Ciò che mi colpisce di lui è la sua capacità di essere leader, quando glielo chiedo. Quando ha avuto quel piccolo infortunio che lo ha costretto a saltare lo swing in Asia, ho pensato che sarebbe stato pronto per questo evento. E ora è pronto”.
Le chance dell’Australia in Coppa Davis
Hewitt guarda con fiducia alle sfide che aspettano la sua squadra: “Sulla carta siamo tra i favoriti, ma la carta non gioca a tennis. Una competizione come la Coppa Davis richiede uno sforzo nervoso differente da ogni altra competizione. Va gestita una enorme pressione, dovuta principalmente alle aspettative di giocare per il tuo Paese. Ma ho grande fiducia nei miei cinque ragazzi, so che sono pronti a tutto“.
I commenti sono chiusi.