Se queste Next Gen Finals assegnassero dei punti in chiave di ranking Atp, oggi staremmo parlando di Jannik Sinner probabilmente già a ridosso della top 50 della classifica mondiale. E rischieremmo di dimenticarci dov’era l’altoatesino all’inizio della stagione (posizione 549 del ranking).
Poi è successo tutto quello che è successo, in questo straordinario 2019, ed eccoci qui a commentare il 18enne Jannik in finale alle Next Gen Finals contro Alex De Minaur: australiano, di due anni più anziano di lui, tre titoli vinti nel circuito Atp, numero 18 del ranking. Insomma, il finalista naturale per una edizione delle Finals, che ha comunque dovuto rinunciare alla partecipazione di Stefanos Tsitsipas (impegnato al livello superiore) e ha visto il forfait dei due baby-fenomeni canadesi Denis Shapovalov e Felix Auger-Aliassime.
In questo contesto, la finale più naturale sarebbe dovuta essere quella tra De Minaur e Frances Tiafoe, che, nonostante non stia rispettando tutte le grandi attese che si erano concentrare su di lui (soprattutto oltreoceano) restava sulla carta il più solido tra gli sfidanti dell’australiano.
E’ bastata però una partita, quella vinta all’esordio da Sinner proprio contro Tiafoe, per capire che le gerarchie sarebbero presto cambiate. E infatti, Jannik, classe 2001, il più giovane tra i tennisti in gara, che ha preso parte al torneo solo grazie ad una wild card, si è imposto con autorevolezza, prima contro l’americano, poi spazzando via l’ostacolo rappresentato da Mikael Ymer e infine – dopo l’ininfluente sconfitta contro Ugo Humbert – battendo in semifinale il serbo Kecmanovic.
Un ruolino di marcia impressionante, per uno che l’anno scorso non giocava neppure i Challenger e che ha preso per la prima volta in mano la racchetta solo cinque anni fa.
Appuntamento per stasera alle 21, quindi. In una partita in cui De Minaur resta chiaro favorito, ma che Sinner proverà a rendere magica. Palalido di Milano, diretta SuperTennis.
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