Il finale di stagione, si sa, è tempo di bilanci. L’anno tennistico 2019 è stato ricco di grandi conferme, di nuovi fenomeni, di fatti collaterali e di ricche soddisfazioni, soprattutto per i nostri ragazzi. Abbiamo provato a fare una selezione delle cinque più grandi sorprese di quest’anno.
Nessuno, probabilmente nemmeno lui, pensava che Andy Murray potesse tornare a giocare una partita di tennis a livello professionistico. Dopo gli Australian Open sembrava tutto finito. E invece lo scozzese ha cominciato a lavorare sodo, dopo l’operazione all’anca, e piano piano ha cominciato il suo percorso di risalita. Prima in doppio, dove ha vinto al Queen’s in coppia con Feliciano Lopez e poi in singolare, arrivando già a ridosso della Top-100 con la vittoria ad Anversa.
Dopo una vita passata a chiedersi “Ma quando si sposa Nadal?”, finalmente il momento è arrivato. Le nozze – super protette – si sono svolte ovviamente nella sua Mallorca, con la fidanzata di sempre Maria “Xisca” Perellò il 20 di ottobre di quest’anno. Un matrimonio intimo, di cui sono uscite solo alcune immagini. Così come intima e discreta è sempre stata la relazione tra i due, che dura ormai da 15 anni.
Sicuramente una delle stagioni più importanti di sempre per il nostro tennis maschile. I protagonisti sono stati sicuramente Fabio Fognini e Matteo Berrettini. Il primo – che quest’anno ha vinto il Masters 1000 di Montecarlo – è riuscito nell’impresa di entrare, a 32 anni, per la prima volta in Top-10, quarantuno anni dopo Corrado Barazzutti. Il secondo, a soli 23 anni, è riuscito a fare ancora meglio, raggiungendo la posizione numero otto del ranking e centrando la qualificazione alle Atp Finals. E poi ci sarebbe anche Jannik Sinner…
Detta così, suona male. Ovviamente non c’è nulla di strano nel fatto che il favorito numero uno vinca il torneo più importante dell’anno. Ma la sorpresa sta nel fatto che Nole è stato capace di annullare due match point a un immenso Roger Federer (sul 40-15 e lo svizzero al servizio). Un fatto che probabilmente, se ricapitasse altre cento volte, difficilmente si realizzerebbe (anche se il serbo non è nuovo a questo tipo di imprese, specialmente contro Roger).
Che il russo potesse essere uno dei protagonisti del tennis del futuro, era già noto. Che potesse fare ciò che ha fatto nella seconda parte di questo 2019, probabilmente non se lo aspettava nessuno. Due Masters 1000 vinti, sei finali consecutive, 59 vittorie in stagione. Numeri da capogiro, che ne fanno il principale indiziato per andare ad occupare la testa della classifica mondiale, quando finirà l’epoca dei Big Three.
Stiamo parlando di una partita di inizio stagione, che molti neanche si ricordano più. Eppure la vittoria di Nick Kyrgios all’Atp 500 di Acapulco, in una incredibile finale contro Rafael Nadal, aveva fatto pensare che il 2019 sarebbe stato l’anno della definitiva consacrazione del talentuoso 24enne australiano. Invece dobbiamo registrare un’altra stagione in cui sul talento cristallino ha prevalso, ancora una volta, l’anima da bad boy. Peccato.
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