Matteo Berrettini è il terzo italiano della storia a centrare il clamoroso risultato di andarsi a giocare le Atp Finals di Londra, quarantuno anni dopo Corrado Barazzutti. Prima di loro solo Adriano Panatta era riuscito nell’impresa di entrare tra i migliori otto giocatori della stagione.
Una stagione, il 2019, che Matteo ricorderà per sempre. Una stagione iniziata in posizione numero 54 del ranking mondiale, non ancora 23enne. Esordisce a gennaio agli Australian Open e soccombe in quattro set contro Stefanos Tsitsipas (che arriverà in semifinale) e che gli nega la gioia del primo successo nel Major australiano.
Il primo di febbraio esordisce in Coppa Davis, dove difende i colori del nostro Paese per la prima volta contro l’India sull’erba di Calcutta nel primo turno di qualificazione che sarà vinto 3-1 dall’Italia. Matteo vince in singolare in due set contro Prajnesh Gunneswaran, ma perde in doppio in coppia con Simone Bolelli.
Tre giorni dopo raggiunge la sua seconda semifinale Atp in carriera nel torneo di Sofia, in cui sconfigge, tra gli altri Karen Khachanov (numero 11 del ranking Atp) e una vecchia volpe del circuito come Fernando Verdasco, ma viene fermato dall’ungherese Marton Fucsovics. L’11 febbraio sale in posizione numero 46 della classifica mondiale.
Grazie al passo in avanti nel ranking, al Masters 1000 di Indian Wells entra per la prima volta in tabellone per diritto di classifica, ma viene sconfitto al primo turno in tre set da Sam Querrey. Il 28 aprile un’altra data da segnare con il circolino rosso: vince infatti il suo secondo titolo Atp in carriera (dopo Gstaad nel 2018) a Budapest, trionfando in finale contro Filip Kraijnovic 4-6, 6-3, 6-1, diventando il quindicesimo tennista italiano ad aver vinto almeno due tornei del circuito maggiore nell’era Open..
La settimana successiva, sempre sulla terra rossa di Monaco di Baviera, raggiunge per la terza volta la finale di un torneo Atp, dove cede contro il cileno Christian Garin solo al tie-break (e dopo aver giocato la mattina stessa la semifinale contro Roberto Bautista Agut). Grazie a questo risultato, il 6 maggio sale al numero 31 della classifica mondiale.
Arriva così per la prima volta negli ottavi di finale agli Internazionali d’Italia di Roma, dove, nel secondo turno, supera per la prima volta in carriera un top 10 battendo 7-5, 7-5 Alexander Zverev, numero 5 del mondo e finalista della precedente edizione. Perde però (male) contro Diego Schwartzman, che lo elimina in due set. Alla sua seconda partecipazione in singolare al Roland Garros, dove è per la prima volta testa di serie (numero 29) in una prova del Grande Slam, viene sconfitto al secondo turno dal norvegese Casper Ruud. A fine torneo Berrettini sale comunque alla posizione numero 30 della classifica mondiale in singolare.
Arriva così la straordinaria stagione sull’erba, che segna il definitivo salto di qualità della carriera di Matteo Berrettini. A Stoccarda conquista il suo terzo titolo Atp, senza perdere un set e senza mai cedere il servizio, diventando il quinto tennista al mondo ad aver vinto due tornei senza subire break dal 1999, anno a partire dal quale le palle break iniziarono a essere ufficialmente registrate in tutti i turni di un torneo. Inoltre, Berrettini è il secondo tennista italiano della storia a essersi aggiudicato un torneo del circuito maggiore su erba, nonché, all’età di 23 anni e 2 mesi, il più giovane giocatore del proprio paese ad aver vinto tre titoli Atp.
Il 17 giugno sale al nº 22 della classifica mondiale.
Al torneo di Halle, la settimana successiva, raggiunge la sua sesta semifinale ATP, la prima in un 500, perdendo al penultimo atto del torneo contro David Goffin. Al termine del torneo raggiunge la posizione numero 20 della classifica mondiale, diventando il decimo giocatore del italiano a entrare in top-20. C’è grande attesa per Wimbledon e Matteo non delude: sconfigge Bedene, Baghdatis (al suo ultimo incontro in carriera)me Schwartzman, per poi cedere di schianto contro Roger Federer.
Un infortunio alla caviglia destra lo mette fuorigioco e impossibilitato a difendere i punti conquistati l’anno precedente a Gstaad. Inoltre gli fa saltare il Masters 1000 di Montreal e condiziona quello di Cincinnati, dove perde al primo turno da Juan Ignacio Londero.
Si arriva così, senza enormi aspettative, agli Us Open, dove è alla sua seconda presenza in carriera. E’ un crescendo. Elimina, in serie, Richard Gasquet, Jordan Thompson, Alexei Popyrin, Andrey Rublev e Gael Monfils, diventando il quarto tennista italiano a raggiungere la semifinale in un Major nell’era Open, il secondo a realizzare l’impresa nello Slam americano, 42 anni dopo Corrado Barazzutti. Il suo cammino si ferma davanti al numero 2 del mondo Rafael Nadal, futuro vincitore del titolo, che lo supera in tre set. Al termine del torneo sale alla posizione n° 13 della classifica Atp.
Nel 250 di San Pietroburgo, dove è testa di serie numero tre, giunge ai quarti di finale, al 500 di Pechino viene sconfitto al primo turno dall’ex numero uno del mondo Andy Murray. Al Masters 1000 di Shanghai è testa di serie numero 11. Anche qui arriva una grandissima prestazione, con l’eliminazione di due top-10 (Bautista Agut e Thiem) e la conquista della semifinale (il primo italiano a riuscire nell’impresa nel Masters cinese), dove viene sconfitto dal numero 7 del mondo Alexander Zverev.
Il 14 ottobre diventa, per la prima volta, il numero uno del tennis italiano, superando Fabio Fognini e attestandosi alla posizione numero 11 del ranking Atp. L’ingresso in top-10 è rinviato solo di qualche giorno, dopo le semifinali raggiunte nell’Atp 500 di Vienna, dove viene sconfitto in tre set dal padrone di casa Thiem. Ma tant’è: il 28 ottobre sale alla posizione numero 9, diventando il quarto tennista italiano a entrare tra i primi dieci del ranking.
Nell’ultimo e decisivo Masters 1000 della stagione, stecca la prima contro Jo-Wilfried Tsonga, che lo domina nettamente. L’ottava e ultima piazza per le Atp Finals di Londra non è più nelle sue mani. Ma i rivali ancora in corsa cadono tutti, uno ad uno. L’ultimo a farlo è Gael Monfils che, cedendo ai quarti contro Denis Shapovalov, consegna a Matteo l’ufficialità della sua partecipazione alla competizione riservata ai migliori otto tennisti della stagione.
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