Per Jannik Sinner il 2019 è stato un anno magico. E’ partito in posizione numero 549 del ranking mondiale e lunedì farà il suo primo ingresso in top-100, un sogno che diventa realtà. E non ha alcuna intenzione di fermarsi, benché, come riconosce lui stesso, “le pressioni saranno sempre maggiori”.
I paragoni già si sprecano, c’è chi pensa sia il nuovo Federer, chi il nuovo Djokovic. Aspettative che hanno ucciso sul nascere carriere che sembravano destinate al successo assicurato. Jannik non si nasconde: “Certo, non mi pongo limiti, il mio obiettivo è vincere tornei del Grande Slam, diventare numero uno del mondo. Non ho nessun dubbio su questo perché ho un grande team, il mio coach Riccardo Piatti è come un padre per me”.
Certo, a 18 anni sta bruciando le tappe, specie se si pensa che ha cominciato a giocare a tennis solo cinque anni fa, quasi per caso. “E’ venuto a Bordighera quando aveva 13 anni, abbiamo visto subito che aveva un talento unico“, racconta proprio Piatti. “Non mi sorprende – aggiunge – il suo percorso di crescita, ha grande potenziale e grandi margini di miglioramento. Ma è un percorso lungo”.
Riguardo i paragoni “importanti”, Sinner chiarisce: “Certi articoli non li leggo neanche. Ogni giocatore è diverso dall’altro. Certo di prendere le cose positive da tutti i grandi tennisti che mi hanno preceduto”.
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