Rafael Nadal è il più grande giocatore della storia del tennis sulla terra battuta. Nessuno si è mai avvicinato ai suoi numeri – tra l’altro in continua evoluzione – ed è, come oggi, molto difficile immaginare che qualcuno lo possa fare in futuro.
La frase pronunciata nel 2008 da Nicolas Almagro, in campo contro Rafa, si sta rivelando altamente profetica. Frustrato dall’ennesimo estenuante scambio vinto dal connazionale, Almagro si lasciò andare alla sua famosissima previsione: “Questo vincerà Roland Garrso per i prossimi 40 anni!”. Ovviamente è un’esagerazione, ma basti pensare che Nadal ha alzato la Coppa dei Moschettieri per ben dodici volte sinora, per capire l’immensità del giocatore.
Con il passare degli anni, però, Rafa è evoluto nel suo gioco, cosa che gli ha permesso di vincere, oltre agli Open di Francia, altri sette tornei del Grande Slam, l’ultimo dei quali quest’anno in finale contro Daniil Medvedev a New York.
La straordinarietà dell’evoluzione del gioco del numero due del mondo, secondo John McEnroe, sta proprio nell’essere diventato dominante su tutte le superfici. Una cosa tutt’altro che casuale, secondo Big Mac: “Il servizio non è mai stato il suo punto d’eccellenza, così come il gioco a rete. Eppure lui e il suo staff negli ultimi anni hanno lavorato molto sulla necessità di abbreviare gli scambi”.
“Così facendo, con questo gioco più coraggioso”, spiega McEnroe, è riuscito ad uscire dal suo dorato recinto rosso, “per diventare un fenomeno su tutte le superfici”, cosa che lo inserisce, come favorito principale, nella battaglia degli Slam tra lui, Federer e Djokovic.
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